SIMONA BALLATORE
Cronaca

Studenti della Bocconi contro la povertà: progetti e stage in territori di frontiera

I ragazzi, futuri economisti dello sviluppo, al lavoro con stage in Africa e nelle periferie italiane. In corso le selezioni per il secondo arruolamento

Un'aula scolastica in Africa (Archivio)

Milano, 27 novembre 2023 – Ricerca sul campo ad alto impatto sociale, da Milano a Napoli, dall’Uganda all’India: prende forma all’università Bocconi il nuovo programma del Leap, il Laboratory for Effective Anti-poverty Policies, dedicato agli studenti, che possono già lavorare con i professori, sviluppando progetti per contrastare la povertà. Per il programma pilota, questa estate, erano cinque i posti a disposizione: si sono candidati in 40. Sono in corso le selezioni per la seconda chiamata.

"Questo programma è entrato stabilmente nelle proposte di Bocconi – spiega Luca Privinzano, Associate Director for Research di Leap –. L’obiettivo è creare consapevolezza, mostrare agli studenti che c’è un mondo fuori e che si può avere impatto sulla vita delle persone sviluppando una professione, quella degli economisti dello sviluppo, che si conosce ancora poco".

Privinzano lo ha scoperto da studente della Bocconi: ha cominciato a occuparsi di cooperazione e sviluppo internazionale con uno stage, nel 2017. "Avevo 22 anni. Allora non esisteva ancora il Leap, non avevo alcuna idea di cosa significasse fare ricerca sul campo, soprattutto nell’ambito della cooperazione internazionale – racconta Privinzano – . Stavo studiando Economic and Social Sciences quando un professore ha proposto questa esperienza in Uganda e ho presentato la mia candidatura. Sono stato catapultato lì e mi si è aperto un mondo. È stato sfidante e ho imparato tantissimo: gli stereotipi vanno via nel momento in cui atterri".

Il programma

Restò tre mesi, scoprì quella che sarebbe diventata la sua professione. Dopo la laurea per sei anni ha vissuto a Londra, facendo la spola tra l’Europa e Africa. "Mai mi sarei immaginato di rientrare in Italia per Leap – sorride –. Per me fare ricerca sul campo in Uganda è stata una vera esperienza di vita che credo altri studenti si meritino di fare". Così, da pioniere, ha aiutato a sviluppare un programma vero e proprio, con stage curriculari della durata di tre mesi.

"L’obiettivo è equipaggiare gli studenti alle sfide del futuro – racconta ancora Privinzano –. Diamo gli strumenti, per capire come raccogliere dati, avviare la fase pilota, configurare un questionario, analizzare i dati, stilare budget, lavoriamo sulla formazione e sull’aspetto umano. Competenze importantissime, quanto i modelli che si studiano in università: l’economia non è fatta solo di numeri".

Per la selezione, oltre al background economico, conta la motivazione. Si cerca poi di incrociare interessi ed esperienze sul campo. Si sta già lavorando a progetti anti-povertà e a programmi educativi in Italia – da Brescia a Napoli, passando da Milano – nell’Africa sub-sahariana, per l’India, il Kenya, il Burkina Faso.