Striscione sotto casa di Dimarco "La lingua te la facciamo ingoiare" Inchiesta per minacce aggravate

Il terzino interista nel mirino per un coro contro i Banditi della Sud. Arrivano le scuse, non la denuncia. Il comunicato degli ultrà rossoneri: "Patto di non beligeranza". La Nord: ha sbagliato, equilibri delicati.

Striscione sotto casa di Dimarco  "La lingua te la facciamo ingoiare"  Inchiesta per minacce aggravate

Striscione sotto casa di Dimarco "La lingua te la facciamo ingoiare" Inchiesta per minacce aggravate

di Nicola Palma

L’Euroderby di ritorno è appena andato in archivio: l’Inter ha strappato il pass per la finalissima di Champions League, battendo nettamente i cugini rossoneri. Sono già passate le 23 quando il terzino nerazzurro Federico Dimarco, cresciuto nelle giovanili della Beneamata, prende il microfono e intona uno dei cori più popolari: "Ma quali scontri e tanti guaiché non vi picchiate maimilanista chiacchieronema quanta fantasia che hai ti cercano e non ci sei piùalle otto e un quarto sei già sucon i tuoi vestiti neribandito scemo della Sud". Canta tutta la squadra sul terreno del Meazza. Canta (quasi) tutto lo stadio. Nessuno ci trova nulla di strano in quelle parole, a cominciare dallo stesso giocatore. Peccato che 48 ore dopo tutto cambi: a mezzanotte di ieri, il fratello esce da casa del calciatore, non lontanoda San Siro, e si imbatte in uno striscione appeso alla cancellata esterna: "Dimarco pensa a giocare... o la lingua te la facciamo ingoiare".

La reazione è immediata: "Martedì sera dopo la partita mi sono lasciato andare a un momento di leggerezza. Volevo chiedere scusa a tutti i tifosi del Milan che si sono sentiti offesi", scrive Dimarco sui social. In mattinata, ecco la presa di posizione della Sud: "Capiamo e condividiamo la voglia di esultare e far festa, nessuno si è mai sognato di vietare festeggiamenti e sfottò, ma in una città come Milano ci sono dei limiti che non vanno mai oltrepassati, da una parte e dall’altra". Vale a dire: "Le Curve di Milano si impegnano da 40 anni a portare avanti un patto di non belligeranza, un caso unico in Italia che permette di vivere nel rispetto, nella tranquillità e nella lealtà la nostra stracittadina". Tradotto: niente "cori di scherno verso una curva intera alla presenza della stessa (con un coro che la stessa Curva Nord non canta di proposito da mesi). Apprezziamo le scuse del giocatore Dimarco, comprendendo che a volte l’adrenalina e l’euforia possano giocare brutti scherzi, e ci auguriamo in futuro di non assistere più a scene simili, da ambo le parti".

A dire il vero, tra i commenti al post se ne leggono tanti di tifosi che invitano gli ultrà a pensare ai problemi del Milan e non a Dimarco. Qualche ora dopo, arriva pure la presa di posizione della Nord, affidata a un video Instagram di uno dei suoi leader, Marco Ferdico: si parla di "errore", di "gesto sbagliato", di "coro abolito", di tifoseria rivale "toccata nel vivo" e di "equilibri delicati" che rischiano di essere "intaccati". Quali equilibri? Solo "rispetto", nient’altro. Intanto la Procura ha già acceso un faro sull’episodio e si prepara ad aprire un fascicolo per minacce aggravate. Un reato perseguibile d’ufficio, senza la querela della parte offesa (non pervenuta fino a ieri sera). Gli investigatori della Digos visioneranno nelle prossime ore le immagini registrate dalle telecamere della zona: con ogni probabilità, il blitz è andato in scena in tarda serata.

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