Striscione per Mussolini in piazzale Loreto: gli ultras della Lazio rischiano il processo

Il dipartimento antiterrorismo della Procura ha chiesto il rinvio a giudizio degli 'Irriducibili' per manifestazione fascista

Lo striscione esposto dagli ultrà laziali in corso Buenos Aires prima della semifinale di Coppa Italia Milan-Lazio

Lo striscione esposto dagli ultrà laziali in corso Buenos Aires prima della semifinale di Coppa Italia Milan-Lazio

Milano, 23 settembre 2020 - Rischiano il processo per manifestazione fascista il capo degli 'Irriducibili' della curva della Lazio, Claudio Corbolotti, 54 anni, e altri ultrà biancocelesti per il blitz del 24 aprile del 2019 nel quale alcune decine di ultras laziali a due passi da piazzale Loreto, piazza simbolo della Resistenza milanese e nazionale, avevano esposto uno striscione in onore a Benito Mussolini, gridando più volte il 'presente' e facendo saluti romani.

Il dipartimento antiterrorismo della Procura, guidato da Alberto Nobili, ha chiuso l'inchiesta coordinata dal pm Leonardo Lesti e condotta dalla Digos contestando l'articolo 2 della Legge Mancino a Corbolotti e ad altri ultras (quattro o cinque, quelli che sono stati individuati grazie ai filmati) e poi ha chiesto il rinvio a giudizio (deve essere fissata l'udienza preliminare). Gli investigatori avevano identificato quasi subito l'uomo che, di fronte agli altri ultrà del gruppo degli 'Irriducibilì della curva laziale, aveva incitato a gridare il «presente» per Mussolini, con tanto di saluti romani a pochi passi da piazzale Loreto, e sotto lo striscione con su scritto 'onore a Mussolini'. È stato identificato in Claudio Corbolotti, già arrestato nel 2004 per degli scontri fuori dall'Olimpico e con un passato anche nella segreteria dell'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno. Alcuni passanti, tra l'altro, avevano anche aiutato gli investigatori fornendo i numeri di targa di alcune macchine con cui i neofascisti si erano dileguati. La Digos, poi, ha lavorato sulle immagini delle telecamere di sorveglianza ed è riuscita a individuare alcuni ultrà (altri erano irriconoscibili perché i volti erano coperti da sciarpe e altri indumenti) e l'inchiesta è stata chiusa con la richiesta di processo. 

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