Milano, striscione per Mussolini: scattano 8 Daspo

Blitz a Loreto, nel mirino gli ultrà laziali del gruppo "Irriducibili"

Lo striscione esposto dagli ultrà laziali in corso Buenos Aires prima della semifinale di Coppa Italia Milan-Lazio

Lo striscione esposto dagli ultrà laziali in corso Buenos Aires prima della semifinale di Coppa Italia Milan-Lazio

Milano,3 maggio 2019 - Otto ultras del gruppo «Irriducibili» della Lazio sono stati sottoposti a Daspo dal questore Sergio Bracco per aver esposto lo striscione «Onore a Benito Mussolini» e per aver fatto il saluto romano in corso Buenos Aires. Era il 24 aprile, un giorno particolare per diversi motivi, un mese dopo il centenario della fondazione dei Fasci di combattimento, alla vigilia del giorno della Liberazione e a poche ore dalla semifinale di Coppa Italia contro il Milan. I supporter biancocelesti di estrema destra si presentarono in tarda mattinata a pochi passi da piazzale Loreto, esattamente di fronte al punto dove il 28 aprile 1945 vennero esposti a testa in giù i corpi del duce, di Claretta Petacci e di sedici gerarchi fascisti. Piazzale Loreto, infatti, non aveva la forma attuale, ma al tempo l’angolo dove oggi sorgono gli ultimi due palazzi di corso Buenos Aires era occupato da una stazione di servizio. Durante i controlli di quel giorno, gli agenti della Digos individuarono in corso Como pure l’ultrà interista Claudio Morra, destinatario del nono Daspo per il possesso di un manganello telescopico di 40 centimetri. All’azione fascista avrebbero partecipato una trentina di persone, la polizia finora ne ha individuate otto: Claudio Corbolotti, Daniele Caporaso, Tommaso Baldoni, Luca Marsili, Valerio Petrucci, Andrea De Santis, Manuel Mauro Gioia, Ben Othmane. Secondo quanto riferito dalla Questura, hanno tutti precedenti, e il lungo elenco comprende, a vario titolo, anche danneggiamento, porto abusivo di armi, detenzione e spaccio, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni personali e minacce.

Il personaggio più significativo è Corbolotti, 53 anni, capo ultrà della Curva Nord della Lazio, l’uomo che ha chiamato il «presente» per il saluto romano. Candidato del Movimento sociale italiano alle amministrative del 1993, è stato arrestato nel 2004 per gli scontri avvenuti fuori dall’Olimpico durante il derby Roma-Lazio, la partita sospesa a seguito della falsa notizia di un bambino ucciso da una camionetta della polizia e dell’invasione di campo dei capi ultrà tra cui Daniele De Santis, il romanista condannato per l’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito avvenuto nel maggio 2014 prima della partita Fiorentina-Napoli. Corbolotti è noto anche per aver fatto parte della segreteria di Antonio Lucarelli, ex portavoce romano di Forza Nuova e nominato capo della segreteria dell’allora sindaco Gianni Alemanno. Quest’ultimo, alle interrogazioni parlamentari sulla questione, rispose così: «Rifiuto la logica per cui chi ha precedenti debba avere una condanna a vita e non possa più lavorare».

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