CARLO D’ELIA
Cronaca

Piazza Fontana e le vittime, Dendena: "Nessuno dimentichi"

Il vicepresidente dell’associazione dei familiari, il lodigiano Matteo Dendena: "La memoria è diventata il nostro valore fondante"

Pietro Dendena, vittima di Piazza Fontana, è l’uomo ritratto al centro

Lodi, 1 dicembre 2019 - La memoria è diventata il valore fondante della famiglia Dendena. Cinquant’anni di battaglie per la verità. Per capire chi si nasconda dietro la bomba esplosa alla Banca nazionale dell’agricoltura di Milano, in piazza Fontana, alle 16.37 di venerdì 12 dicembre 1969. Pietro Dendena, 45 anni, di Crespiatica, nella campagna lodigiana, è una delle 17 vittime. Il ricordo di Pietro negli anni è sempre rimasto vivo grazie alle battaglie della figlia Francesca, che perse il padre appena 17enne e che è scomparsa nel 2010, e Paolo che all’epoca aveva 10 anni e oggi ne ha 60. Ora tocca al nipote Matteo, 31 anni, che ricopre il ruolo di vicepresidente dell’associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969.

Matteo Dendena, quanto è importante per lei vivere coltivando la memoria? «Per la mia famiglia è da sempre un valore fondante. In questi anni non ci siamo mai arresi. Credo sia importante essere consapevoli, giorno dopo giorno, che il 1969 e quegli anni durissimi, sono ancora fra noi. La strage di piazza Fontana è stato un atto doloroso che ha avuto risvolti gravi. Ma credo che ancora oggi il nostro Paese non abbia fatto i conti fino in fondo con la propria memoria».

La strage del 12 dicembre 1969 può insegnare qualcosa ai giovani? «Sì. Serve però l’impegno di tutti: associazioni, istituzioni e cittadini. Vogliamo costruire un muro della memoria fatto con i mattoni della conoscenza. Serve un forte impegno civile di difesa dei valori democratici».

La storia della sua famiglia verrà raccontata nella docufiction che andrà in onda sulla Rai nel giorno del 50esimo anniversario della strage. Cosa ne pensa? «Finalmente si è deciso di raccontare la strage attraverso le voci dei familiari delle vittime. Per noi è un momento molto importante per poter ripercorrere una vicenda che ha stravolto per sempre nostra vita e quelle di tante altre persone».

Alle celebrazioni del 12 dicembre ci sarà anche Sergio Mattarella. Quanto è importante per voi la sua presenza? «Di sicuro la presenza di una figura istituzionale come quella del capo dello Stato è importante, ma non ci farà dimenticare quello che è accaduto in questi 50 anni dalla strage. Siamo stati abbandonati dallo Stato».

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha annunciato che saranno installate in piazza Fontana 17 targhe con i nomi delle vittime. È una svolta? «È un passaggio simbolicamente molto importante per dare un’identità permanente alla memoria delle vittime, che spesso sono considerate numeri. Invece si tratta di persone con un’identità precisa, una coscienza civile e una storia. Devo ringraziare molto il Comune di Milano che in questi anni c’è stato sempre molto vicino».