Milano – Migliaia di uccelli che si muovono all’unisono nel cielo e i cui movimenti sono governati da improvvisi e spettacolari cambi di traiettoria che disperdono il gruppo per poi ricompattarlo in pochi secondi. Se esprimano “Codici di geometria esistenziale”, come cantava Franco Battiato nella sua “Gli Uccelli” (1981) nessuno lo sa, anche perché queste coreografie aeree sono ancora in parte misteriose: quello che si sa è che gli uccelli che animano il cielo della città in questi giorni di autunno sono storni (Sturnus vulgaris).
Da lontano
Lo storno è una specie diffusa in Europa e Asia una parte della quale è migratrice. I movimenti che vediamo nel cielo in questi giorni fanno parte della migrazione post-riproduttiva (che si svolge da settembre a metà novembre). Gli esemplari che raggiungono il nostro Paese nel corso delle migrazioni provengono da un’area molto vasta, dalla Svizzera e Francia sud-orientale agli Urali e dalla Finlandia alla Macedonia.
Sempre in gruppo
È un uccello caratterizzato da un elevato grado di socialità e conduce vita gregaria in gruppi che arrivano a essere composti da decine di migliaia di individui. Gli storni restano in gruppo sempre, anche quando si posano sugli alberi per la notte e quando si spostano in cerca di cibo.
Strategia di difesa?
Tra le ipotesi che spiegano il loro muoversi in immense e imprevedibili coreografie nel cielo la più accreditata è che si tratti di una strategia per sfuggire ai predatori, basata sulla loro straordinaria capacità di sincronizzare i movimenti e regolare la velocità in base a quella dei compagni di volo.
Danzatori esteti
Ipotesi che però non convince l’ornitologo Frank Heppner, che da 50 anni osserva e studia gli storni. Essendo prede piuttosto facili, sostiene lo studioso, sarebbe più logico che la loro priorità fosse ridurre al minimo il tempo di volo. Invece si cimentano in evoluzioni che durano fino a 45 minuti, bruciando grandi quantità di energia. La massa di uccelli che si sposta in cielo è poi molto più visibile dai predatori. La danza nel cielo degli storni resta quindi ancora un mistero, tanto che alcuni ornitologi ipotizzano che si tratti di una vera danza, senza uno scopo preciso, se non appunto quello della “bellezza”. “Questi uccelli – sostiene Charlotte Hemelrijk, professoressa di biologia evolutiva all’Università di Groningen, nei Paesi Bassi – si dedicano molto a tali attività, a volte anche a lungo, quando invece potrebbero semplicemente riposare”.
L’esemplare solitario
Per chi non avesse una precisa idea di com’è fatto da vicino uno storno ci ha pensato oggi l’Enpa Milano che ha pubblicato sulla propria pagina Facebook la foto di un esemplare trovato al suolo e salvato in via Filzi. “In quanto animali gregari – scrive Enpa a spiegazione della foto – è improbabile imbattersi in uno storno da solo, a meno che non sia in difficoltà. L’esemplare consegnatoci lunedì pomeriggio dalla Polizia Locale è stato ad esempio trovato in via Filzi, non lontano dalla Stazione Centrale. La visita effettuata dai nostri veterinari non ha evidenziato particolari problematiche ma l’animale, che ora si trova al Cras di Vanzago, dovrà essere monitorato fino a che non sarà in grado di mantenere il volo e quindi poter essere liberato per ricongiungersi ai suoi simili”.