REDAZIONE MILANO

Stop alla cancellazione degli sfrattati dall’anagrafe

Il Prefetto ha dato ragione alla famiglia straniera che aveva fatto ricorso

Tutela dei soggetti minori, criterio del domicilio per i senza fissa dimora, volontarietà della permanenza in un determinato luogo. Sono alcune delle motivazioni con cui la Prefettura di Milano ha accolto il ricorso presentato da una famiglia straniera, che si è vista cancellare la residenza dal Comune di Sesto. una battaglia portata avanti dall’Unione Inquilini e dall’avvocato Gianluigi Montalto, che ormai da anni parlano di provvedimenti illegittimi perpetrati ai danni di diversi stranieri sotto sfratto. "In questi anni abbiamo presentato una decina di ricorsi, perché ritenevamo queste disposizioni fuori dalla legge - spiega il sindacato -. Per la prima volta la risposta del Prefetto non si limita a dichiarare l’annullamento dei provvedimenti del Comune, ma entra nel merito e dà ragione alle nostre rivendicazioni". Protagonista della vicenda una coppia di egiziani, che a ottobre aveva presentato un esposto dopo che il municipio aveva cancellato dall’Anagrafe le loro posizioni e quella dei due figli minori. La coppia aveva subìto uno sfratto esecutivo nel 2016 da via Rovani, dove aveva un contratto di locazione con un privato, ed era stata collocata dall’amministrazione nel residence di via Puccini in via emergenziale. "Abbiamo lavorato per ripristinare un po’ di legalità – dice l’Unione Inquilini -. Un ricorso vinto al Tar contro il tentativo di eseguire sfratti senza la sentenza del tribunale, due vittorie contro le discriminazioni e ora il ripristino di una residenza cancellata arbitrariamente". La residenza, ricorda la Prefettura, "si configura come un diritto soggettivo: di conseguenza il Comune è tenuto all’iscrizione nelle liste anagrafiche". Per evitare l’irreperibilità sul territorio, la posizione va soltanto aggiornata registrando le persone nello stesso Comune come "senza fissa dimora". La.La.