MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Stazione treno Pieve, obbligati ad attraversare i binari perchè non c'è il sottopasso: incidenti sfiorati ogni giorno

Nonostante le numerose vittime, da anni i lavoratori diretti al polo logistico di Siziano non hanno altra scelta che “sfidare” i convogli ad alta velocità

I pendolari attraversano i binari diretti alla stazione

Pieve Emanuele, 1 marzo 2023 - La strada ferrata della morte percorsa da centinaia di lavoratori che arrivano alla stazione di Pieve e per raggiungere il posto di lavoro sono costretti ad attraversare i binari. Perchè? Manca il sottopasso pedonale.

Incidente sfiorato

Di morti ce ne sono stati tanti, così come di feriti ma nulla è cambiato e le promesse sono rimaste parole. Così ogni giorno, più volte al giorno, a Pieve si sente il fischio dei treni in transito. Suonano per farsi sentire dai lavoratori che camminano lungo la massicciata per raggiungere il polo logistico di Siziano. Dopo l’ennesimo incidente sfiorato nel quale un pendolare che attraversava i binari ha rischiato di essere travolto, siamo tornati lungo quei i binari troppo spesso insanguinati e abbiamo seguito i lavoratori diretti alla zona industriale di Siziano nel percorso verso la sede di lavoro e quello di ritorno alla stazione. A causa della mancanza del sottopasso ferroviario sono “costretti” ad attraversare i binari.

Il muro

Era il 2017 e la stazione era diventata operativa da pochi anni, quando un lavoratore diretto al polo logistico mentre percorreva la massicciata venne urtato da un treno in transito e sbalzato nei campi. Venne trovato otto giorni dopo. Non era la prima vittima e nemmeno l’ultima, ma quell’incidente smosse qualcosa. Lungo la massicciata venne realizzato un muro lungo una decina di metri per impedire l’attraversamento pedonale. Durante la costruzione di questo muro che avrebbe dovuto salvare vite morirono Salvatore Borriello, 47 anni, e Salvatore Palumbo, 55, schiacciati da una lastra in acciaio. Un intervento di Rfi che però si è dimostrato inefficace: i lavoratori hanno spostato di alcuni metri l’attraversamento realizzando con materiali di fortuna due "ponticelli”.

Il “fischio” e il rischio

Ieri quando siamo tornati abbiamo seguito un gruppo di operai che terminato il turno di lavoro è andato alla stazione attraversando i binari. Un treno in transito ha dovuto "fischiare” a lungo per segnalare l’arrivo. Una scena che si ripete tutti i giorni ad ogni inizio o fine turno di lavoro. Pendolari che arrivano alla stazione e vanno verso il polo logistico e pendolari che finito il turno tornano verso il treno. In attesa che prossimo morto. Ieri, come è accaduto il 12 febbraio scorso, un lavoratore molto imprudente, ha rischiato di essere trascinato via dal treno in transito. “Non posso fare altro che attraversare i binari perché altrimenti dovremmo fare un giro molto lungo di alcuni chilometri e non ci sono autobus che ci portano a lavoro”, spiega uno dei pendolari che ha attraversato i binari. Un giovane straniero, consapevole ma rassegnato al rischio che corre ogni giorno per raggiungere il posto di lavoro.  

Il sottopasso

Quella dei sottopassi ferroviari di Pieve è una di quelle storie assurde, all'italiana, che non hanno spiegazioni ma una sola certezza: sono frutto della cattiva gestione del danaro pubblico. In programma era prevista la realizzazione del sottopasso per auto e ciclopedonale nei pressi della stazione che avrebbe evitato l'attraversamento dei binari. Poi però la decisione di realizzare questa infrastruttura è ricaduta su Pizzabrasa. Così il sottopasso ferroviario è stato realizzato su una stradina, dove due auto fanno fatica a transitare quando s'incrociano. Un sottopasso faraonico con una corsia per senso di marcia con annessa pista ciclabile e illuminato a giorno. Un'opera costata circa 4 milioni di euro nel deserto più assoluto su una strada, fra l'altro, con accesso limitato solo ai residenti. E i residenti sono poco più di una decina. La scelta di cambiare il luogo dove realizzare il sottopasso ferroviario venne presa perché a Pizzabrasa erano intenzionati a costruire un nuovo quartiere residenziale. Operazione fallita.