NICOLA PALMA
Cronaca

Blubrake, la startup milanese sfida il gigante Bosch. E scatta il processo dell’Antitrust

La società fondata nel 2015 compete sul terreno dei componenti per le e-bike, biciclette a pedalata assistita. Il Garante apre l’istruttoria dopo la segnalazione di Blubrake

Un modello di e-bike di Blubrake

Un modello di e-bike di Blubrake

Milano – Una barriera all’ingresso complicatissima da superare. Clienti spariti sul più bello. E una sostanziale impossibilità di competere ad armi pari col colosso del settore, in una contesa improba tra un Davide da 2 milioni di fatturato e un Golia da 88,2 miliardi. In estrema sintesi, ecco la scomoda posizione in cui si trova da anni la start up Blubrake, fondata nel 2015 come spin off del Politecnico di Milano e di proprietà del gruppo industriale E-Novia spa, una sorta di incubatore di imprese ad altissima specializzazione tecnologica con quartier generale in zona Ticinese.

Il 13 gennaio scorso, i vertici della società hanno segnalato all’Antitrust i presunti comportamenti scorretti della multinazionale Robert Bosch GmbH, leader mondiale nella produzione di componenti per auto e con una posizione di primazia anche sul fronte della fornitura dei sistemi di elettrificazione (e-kit, in gergo) per biciclette elettriche. In sostanza, secondo le accuse del competitor italiano, il gigante tedesco "starebbe ostacolando i tentativi di Blubrake di offrire il proprio Abs ai produttori di e-bike equipaggiate con l’e-kit di Bosch".

A questo punto, serve una spiegazione tecnica. Le e-bike, o "a pedalata assistita", sono dotate di un motore elettrico, di una batteria e di sensori che rilevano la forza applicata sui pedali e la comunicano alla centralina, che in base a quei dati stabilisce di quanta assistenza abbia bisogno il ciclista. Tramite un display sul manubrio, è possibile aumentare o diminuire manualmente il livello di potenza. L’insieme di queste componenti è chiamato e-kit: dal 2011, Bosch ne ha messi in commercio tre, conquistando consistenti fette di mercato; basti dire che nel 2021 il 49% delle e-bike circolanti in Italia aveva l’e-kit tedesco (con una punta del 65% in Germania).

Sulle bici elettriche con freno a disco anteriore idraulico, si possono montare elementi aggiuntivi come l’Abs, che deve necessariamente interagire con l’e-kit. Ed è qui che nasce il problema di Blubrake, che tra 2018 e 2019 ha sviluppato un Abs che ha ricevuto premi e finanziamenti. Peccato che quel prodotto così innovativo si sia subito scontrato con quello di Bosch, montato sulle bici con e-kit dello stesso marchio. La start up ha iniziato ad attirare clienti e ha avviato varie collaborazioni per trovare soluzioni che permettessero al suo Abs di dialogare col resto della strumentazione Bosch, ma davanti a sé ha trovato un muro: tra 2019 e 2020, due acquirenti si sarebbero tirati indietro bruscamente, a dispetto del superamento dei test di compatibilità e della realizzazione dei telai.

Nel 2021 è andata pure peggio: un cliente avrebbe sospeso quasi il 90% degli ordini già fatti, per poi cancellarne più dei due terzi. Nel 2022, Blubrake si è rivolta a Bosch per cercare una collaborazione. Niente da fare. Così è scattata la segnalazione all’Antitrust, che ha avviato un’istruttoria per vederci chiaro: "Bosch – si legge nel provvedimento – sembrerebbe aver fatto leva sulla propria posizione di leader di mercato degli e-kit per e-bike per restringere la concorrenza nascente nel mercato degli Abs per e-bike, allo stato proveniente da un unico operatore, Blubrake, con conseguente potenziale estensione della propria posizione dominante in detto ultimo mercato".