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"Starbucks apre in Italia, il 'Frappuccino' arriverà a Milano nel 2016"

Un accordo che potrebbe essere firmato con il gruppo dei centri commerciali di Antonio Percassi entro Natale

Starbucks

Milano, 15 ottobre 2015 - Da qualche giorno corre sul web la notizia di uno sbarco tutto italiano per Starbucks. Ma se prima si vociferava di un'apertura a Porta di Roma, ora sembra invece ci sia una conferma per Milano. E' il Corriere della Sera ad annunciare che dovrebbe esserci una trattativa per far arrivare la catena di caffetterie nel Belpaese per il 2016. Gli accordi dovrebbero essere firmati entro Natale, e a sedersi al tavolo della trattativa sarebbe la famiglia Percassi. Del resto, sono circa vent’ anni che Howard Schultz, fondatore e guida di Starbucks cerca di capire quale sia il modo giusto per vendere in Italia, patria del caffè, la miscela in versione yankee. Per di più a un prezzo quasi tre volte superiore alla tazzina nostrana. Adesso però si starebbe arrivando alla soluzione.

E così, sembra che che circa un anno la squadra di manager di Seattle, sede del gruppo che fattura circa 9 miliardi di dollari, abbia aperto una trattativa con Antonio Percassi, di Clusone in provincia di Bergamo, ex calciatore del Cesena e dell’Atalanta di Bergamo, di cui ora è proprietario, ma soprattutto, guru dei centri commerciali: vanta l’espansione commerciale dei Benetton, la spagnola Zara e ha appena aperto la strada ai negozi di lingerie Victoria’s Secret. Adesso sarebbe la volta di Starbucks, il mito del 'Frappuccino' che si beve per strada in un bicchiere di carta. Se l’accordo dovesse andare a buon fine, Percassi potrebbe svolgere il ruolo di 'franchising partner' per l’Italia.  La trattativa sembra essere in fase avanzata, ma gli americani stanno conducendo i colloqui con grande riservatezza. Per sbarcare in Italia, l’imprenditore bergamasco e l’uomo d’affari della West Coast avrebbero comunque pensato a una formula originale per catturare i clienti italiani, che potrebbe trovare il suo punto di forza nel hi-tech e nell’offerta digitale. Negli Stati Uniti d'America è considerato come luogo di ritrovo per i giovani, soprattutto se studenti o abitanti nelle grosse metropoli.

Il nome "Starbuck" appartiene ad un personaggio di Moby Dick. Il logo è una sirena a due code stilizzata. La sede del gruppo è a Seattle, dove fu anche aperto il primo negozio Starbucks nel 1971, a Pike Place Market, da tre amici: Jerry Baldwin, un insegnante di inglese, Zev Siegel, un insegnante di storia, e Gordon Bowker, uno scrittore. La svolta arrivò da un'idea di Howard Schultz, storico amministratore delegato, riconosciuto ormai come il vero fondatore della famosa catena. In occasione di un viaggio a Milano nel 1983 sviluppò il suo progetto di portare in America l'autenticità della caffetteria italiana. Chissà che adesso la caffetteria americana non si prenda una rivincita e contagi il capoluogo lombardo. In fondo, anche se il la classica tazzina di caffè è insostituibile, il 'Frappuccino', il Caramel Mocha o il Flat White possono essere un buon modo per sentirsi un po' newyorkesi.