Nuovo stadio San Siro, il sindaco tira dritto: "Non ho incertezze"

Sala: oggi o tra 7 giorni la delibera sull’interesse pubblico. Milano in Comune: referendum

Lo stadio pensato dagli americani di Populous

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Sì, certo, i malumori tra gli ambientalisti non mancano e la richiesta di referendum popolare guadagna consensi, ma il sindaco Giuseppe Sala non sembra avere intenzione di fare passi indietro: il nuovo stadio di San Siro si farà. Il primo cittadino, che venerdì scorso ha raggiunto un accordo sul futuro dell’area con i vertici di Milan e Inter, è pronto ad accelerare. Tanto che la delibera con cui la Giunta comunale dichiarerà di interesse pubblico il progetto rossonerazzurro sarà approvata a breve. "Ci stiamo lavorando, se non è domani (oggi, ndr) sarà venerdì prossimo", spiegava ieri mattina Sala ai cronisti a margine della cerimonia al Sacrario di Sant’Ambrogio. Ieri sera, intanto, le ultime previsioni da Palazzo Marino dicevano che al 90% la delibera sull’interesse pubblico approderà in Giunta non oggi ma venerdì prossimo. Non per perplessità politiche ma perché la documentazione complessiva da allegare alla delibera va completata. "Credo che a questo punto, per come è stata formulato l’accordo, noi non abbiamo più incertezze – continua Sala –. Da come siamo partiti due anni fa, abbiamo fatto dei grandi passi avanti e a mio giudizio il fatto di essere riusciti a riportare le squadre al rispetto dell’indice volumetrico del Pgt (0,35, invece che lo 0,51 precedentemente richiesto dai club, ndr ) è una cosa molto positiva. Considero molto buono l’accordo e quindi non ho incertezze sul procedere. Però va spiegato bene ai cittadini cosa sarà di San Siro e quanto verde rimarrà".

Una spiegazione che però secondo il sindaco non dovrebbe passare né da una referendum popolare né da un dibattito pubblico lungo e complicato. Sala non sembra preoccupato dal fatto che le proprietà di Milan e Inter, cioè il fondo Elliott e il gruppo Suning, potrebbero vendere i club prima del 2027, l’anno in cui Milan e Inter dovrebbero trasferirsi dal Meazza (in piedi almeno fino alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali del 2026) al nuovo impianto nell’area limitrofa: "Proprietà in fuga? Questo è un problema che riguarda il calcio moderno e tutti i grandi club. Il punto dirimente è l’ambizione espressa da Milan e Inter di essere parte dei top club europei. Per loro il nuovo stadio è indispensabile. Se non gli permettessimo di realizzarlo a San Siro, certamente andrebbero da un’altra parte".

L’accelerazione di Sala preoccupa gli esponenti di Milano in Comune Gabriele Mariani, Basilio Rizzo e Patrizia Bedori, che invitano associazioni, cittadini e partiti politici a dar vita a un Comitato promotore per chiedere un referendum sul nuovo stadio di San Siro: "Riteniamo di primario interesse per i cittadini milanesi e per il Paese che lo stadio Meazza non sia abbattuto ma ristrutturato ed ammodernato . Ci rivolgiamo quindi a tutti, esponenti della società civile, comitati, associazioni, forze sociali, partiti comunque collocati". Milano in Comune, posizionata a sinistra, sembra disponibile a collaborare anche con partiti di centrodestra pur di ottenere il referendum e bloccare il progetto del nuovo San Siro. Il capogruppo del Pd Filippo Barberis, però, fa capire che i dem non aderiranno all’iniziativa: "Dopo due anni di confronto e di complicate mediazioni siamo arrivati a un risultato che vede tutelato l’interesse pubblico. Ora la politica si assuma le sue responsabilità. Il referendum? Non è il momento di ulteriori rinvii".

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