GIULIA BONEZZI
Cronaca

Stadio del Milan a San Donato, Sala resta ottimista: “Sul Meazza partita ancora aperta”

Il sindaco all’indomani dell’acquisto dell’area per la nuova casa del Diavolo: "Un passo avanti, ma non perdo fiducia nella ristrutturazione di San Siro"

Il progetto per lo stadio a San Donato; nel riquadro, Gerry Cardinale, numero uno di RedBird

Il progetto per lo stadio a San Donato; nel riquadro, Gerry Cardinale, numero uno di RedBird

«Io non perdo la fiducia nella possibilità di riuscire a salvare San Siro". Dopo la firma apposta dai vertici dei Milan sull’acquisto dell’area San Francesco dove la società vuol costruire un suo stadio, è il suo omologo di San Donato Milanese a organizzare incontri pubblici per far digerire ai residenti la futura Casa del Diavolo, ma il sindaco di Milano Giuseppe Sala ostenta serenità. "Credo sia una partita ancora ampiamente aperta - risponde ai cronisti, a margine della commemorazione delle vittime delle foibe –. In questi anni ne abbiamo viste di ogni. Capisco che è un passo avanti ma continuo a essere fiducioso e a conservare il dialogo con le società.

Se non vedessi anche da parte loro possibilità per San Siro cercherei altre soluzioni per lo stadio, ma secondo me ci sono ancora" speranze per la ristrutturazione del Meazza, per la quale il primo cittadino ha lanciato un appello in asse trasversale col capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico che ha promosso il progetto Fenyves. Sala resta vago sugli incontri con le società ("Tanto ci sentiamo, che ci vediamo o no i contatti sono continui") e ammette che il Milan ora "è più avanti" ma "certamente non" fuori dai giochi: "Anche il Comune di San Donato ha fatto degli atti ma credo che la partita sia ancora aperta". Sull’idea del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, di far pagare i danni stimati in settantamila euro al liceo Severi Correnti alle famiglie degli studenti che l’hanno occupato, il sindaco si dice "abbastanza d’accordo".

L’unica preoccupazione la manifesta rispondendo a una domanda sull’urbanistica, sulle inchieste che hanno portato 140 dipendenti comunali a chiedere di cambiare lavoro, ma dice che "non parlerò col ministro Matteo Salvini, a prescindere dal nostro rapporto e dal suo ruolo in queste fasi bisogna riferirsi unicamente a chi ha avviato il procedimento, alla Procura. Io ad oggi una soluzione non la vedo, siamo sull’interpretazione di una politica che noi attuiamo da tempo ritenendo di essere in buona fede e nella legittimità, quindi rispetto l’opinione della Procura ma non vedo un rimedio che nasca dalla nostra volontà. Se la Procura attraverso degli atti segnala che non siamo nella legittimità, a quel punto ci adegueremo. Sono preoccupato per il clima di incertezza tra gli operatori: la mia amministrazione non può essere accusata di aver favorito speculazioni o un eccessivo consumo di suolo, sono sindaco da otto anni e non uno dei miei è stato preso con le mani nella marmellata, quindi stiamo parlando di come si interpreta il bene della città, non di interesse privato in atti pubblici, che sarebbe una cosa molto grave".