
Il 37enne era arrivato a Milano nel 2018 dopo la traversata del Mediterraneo
"Capivo che lui si era sposato ma non mi amava: voleva solo comodità e il documento di cittadino italiano". È un passaggio del doloroso racconto reso ai giudici da una 54enne milanese, finita sotto processo con l’accusa di aver maltrattato il marito di 16 anni più giovane, originario del Camerun, e la figlia minorenne di lui, arrivata in Italia attraverso una procedura di ricongiungimento familiare. La donna ieri è stata assolta dall’undicesima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dalla giudice Fabrizia Pironti di Campagna, con la formula "perché il fatto non sussiste", dopo aver acquisito anche le testimonianze di insegnanti della ragazzina, che ora ha 12 anni e frequenta una scuola a Milano. A chiedere l’assoluzione, oltre al difensore, l’avvocato Roberto Falessi, era stato il pm, Alessandro Gobbis. Il processo è scaturito dalle denunce presentate dal 38enne, che nel 2018 era richiedente asilo ospite di un centro di accoglienza a Milano, dopo la traversata del Mediterraneo dalla Libia, e aveva conosciuto la donna, italiana, attraverso un conoscente in comune. "È iniziato un corteggiamento e mi ha fatto un giuramento d’amore – ha raccontato la 54enne in aula – ci siamo fidanzati e nel 2019 ci siamo sposati". La coppia è andata a vivere in una casa popolare, non lontano dal Palazzo di giustizia, ma presto i rapporti si sono incrinati e sono iniziati i litigi tra l’uomo e la donna, che ha un lavoro nel settore dei servizi. "Stava sempre su Facebook e aveva fatto amicizia con sole donne – ha raccontato l’imputata – non uscivamo mai insieme e quando capitava io camminavo davanti e lui dietro". A un certo punto hanno fatto arrivare in Italia la figlia di lui, "accogliendola con tutto il cuore", ma il rapporto si è fatto ancora più burrascoso, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
Sulla base delle denunce presentate dal marito, che ha prodotto alcune registrazioni, la donna è stata allontanata da casa nel luglio 2023 ed è finita sotto processo. Accuse gravi, di "violenza fisica e morale" nei confronti dell’uomo e della ragazzina, che però non hanno retto nel processo, tanto che la stessa Procura ha proposto l’assoluzione. L’ex marito, parte civile con l’avvocata Monica Monteverde, aveva chiesto invece un risarcimento di 10mila euro. La coppia nel frattempo si è separata, e l’uomo è andato a vivere con la figlia in un’altra casa popolare in zona Corvetto. "I protagonisti di questa vicenda cercavano corse diverse – ha affermato nella sua arringa l’avvocato Falessi – il signore una casa, la signora l’amore. Tutto il processo nasce da un obiettivo ben preciso: dimostrare comportamenti illeciti per ottenere la casa, e con queste finalità tutto è stato esagerato".