
Augusto Sandolo di ViviOpera denuncia lo stato di degrado: «Il parco del Lamberin è in pessime condizioni»
Oasi del Lamberin nel degrado. A lanciare l’allarme è Augusto Sandolo di VivOpera, che chiede interventi urgenti per evitare che il polmone verde nei pressi del Lambro Meridionale venga trasformato in qualcos’altro. Un polmone verde che si trova di fronte ad un’altra oasi, quella di Tolcinasco.
A separarle il fiume Lambro, alcuni campi agricoli e la strada che collega Opera a Fizzonasco. "Le soluzioni non sono molte, ma una dovrà essere presa, altrimenti si rischia di perderla – spiega Sandolo –. Potrebbe restare una zona esclusivamente naturalistica, senza possibilità di accesso per le persone, oppure essere suddivisa: una parte solo naturalistica con visite guidate, e un’altra più accessibile, ma con regole ben precise di comportamento".
L’ambientalista sottolinea come, in entrambi i casi, ma soprattutto nel secondo, sarà necessario individuare un soggetto preposto alla gestione e al controllo dell’area. Tra i possibili soggetti incaricati della gestione, si ipotizza il coinvolgimento del Wwf o di altre associazioni ambientaliste di rilievo nazionale, oppure la creazione di un’associazione ad hoc formata da volontari. "Fondamentale – aggiunge Sandolo – sarà l’impegno della nuova amministrazione di Opera, che verrà eletta alle prossime elezioni comunali, per definire con chiarezza la destinazione futura dell’Oasi, in accordo con Regione Lombardia".
Un altro punto cruciale sarà lo stanziamento di risorse adeguate per garantire una manutenzione corretta e continuativa dell’area. "Si potrebbe anche osservare come si è proceduto in altre realtà simili – continua Sandolo –. In Lombardia e nell’area metropolitana di Milano, all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, ci sono diverse oasi e aree verdi di varie dimensioni: Pasturago, Lacchiarella, Vanzago, l’Oasi Levadina di Sant’Alessio, Tolcinasco, lo Smeraldino, la cava di Basiglio, e altre ancora. Confrontarsi con chi le gestisce e capire come operano potrebbe essere estremamente utile".
"Serve uno sforzo concreto – conclude Sandolo – senza ulteriori rinvii. Stiamo parlando di circa 23 ettari che meritano il rispetto e l’attenzione di tutti noi".