NICOLA PALMA e MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Femminicidio Cologno: la lite, le chiavi rubate e l’agguato all’alba nel sonno. Le ultime ore di Sofia Castelli

Venerdì pomeriggio la ventenne aveva avuto l’ennesima discussione con l’ex fidanzato, il killer reo confesso Zakaria Atqaoui. Lo strazio delle amiche davanti al palazzo

L'ultima alba postata sui social da Sofia Castelli (nel riquadro)

L'ultima alba postata sui social da Sofia Castelli (nel riquadro)

Milano – “Hai tolto la vita a una ragazza che era piena di sole, aveva tanti obiettivi e progetti e tu le hai portato via tutto. L’hai tolta ai suoi genitori, al fratello e agli amici. Ti auguro la solitudine, affinché tu ti tolga la vita da solo. Sofia, cara amica mia, avrai giustizia. Riposa in pace, sole".

Così scrive Asia, un’amica di Sofia Castelli, su Instagram, rivolgendosi prima al suo assassino e poi a lei. È uno dei tanti messaggi pieni di rabbia per l’ennesimo femminicidio, di odio verso il killer e di affetto per la vittima e la sua famiglia, che si moltiplicano sui social e sotto casa, virtuali i primi e su biglietti attaccati a mazzi di rose i secondi. Appesi al cancello del condominio di corso Roma 100 a Cologno Monzese dove ieri all’alba è stata uccisa la ventenne, dopo una notte di divertimento. Le ultime storie pubblicate dalla giovane su Instagram mostrano la pista della discoteca ‘The Beach Club - Milano’ in via Corelli dove la ragazza era andata con un gruppo di amiche.

Zakaria Atqaoui, il ventitreenne con il quale aveva avuto una relazione e che ha confessato il delitto qualche ora dopo, non era con loro. Lo confermano i carabinieri e anche un lavoratore del locale: "Era con le sue amiche, il suo ex ragazzo non c’era". Alle 5.58 , orario scritto dalla stessa Sofia, la ragazza immortala l’alba mentre rientra a casa e la pubblica sempre sui social: al centro dell’immagine, un palazzo che si trova a poche decine di metri da casa sua. L’ultima foto e l’ultima alba della sua vita. Perché poco dopo essere rientrata nell’appartamento insieme a una sua amica che aveva trascorso la notte con lei, è stata uccisa.

I carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni sono al lavoro per ricostruire cosa sia accaduto in quei momenti e per verificare quanto Zakaria Atqaoui avrebbe messo a verbale nel corso dell’interrogatorio della pm Emma Gambardella, al termine del quale è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e portato in carcere, in vista dell’udienza di convalida in programma domani. Il ventitreenne ha incontrato Sofia venerdì pomeriggio a casa della ragazza: l’incontro di chiarimento in realtà è durato pochissimo, perché la ventenne, alla presenza dell’amica, lo avrebbe messo alla porta; in quei minuti, però, l’italo-marocchino sarebbe riuscito a impossessarsi del mazzo di chiavi poi usato all’alba di ieri per entrare nell’appartamento senza farsi notare, non si sa se prima o dopo il rientro delle due amiche. Quindi si sarebbe diretto nella camera in cui dormiva Sofia e l’avrebbe accoltellata più volte alla gola con una lama ritrovata vicino al letto; il fatto che l’altra ragazza, che stava riposando in un’altra stanza, non si sia accorta di nulla lascia pensare che la ventenne sia stata aggredita nel sonno.

Le dichiarazioni del reo confesso verranno vagliate con estrema attenzione dai carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni: l’alternativa al furto delle chiavi è che Atqaoui ne avesse fatto una copia ai tempi in cui frequentava assiduamente il quarto piano di corso Roma 100, accolto quasi come un figlio dai genitori di Sofia. I rilievi degli specialisti della Sezione investigazioni scientifiche sono andati avanti per ore.

In tarda mattinata, tre amiche della ragazza si avvicinano al cancello, sedendosi poi alla fermata del bus di fronte. "Sofia non c’è più e noi non riusciamo a pensare ad altro. Abbiamo 20 anni, siamo sconvolte. È un dolore troppo grande da sopportare. Per piacere, non fateci domande". Altre la descrivono: "Sofia amava andare a divertirsi, voleva uscire, frequentare locali sempre diversi, era una ragazza spigliata e solare". Roberta, residente, di lei ricorda "la bellezza da togliere il fiato: non oso immaginare il dolore della famiglia". Lo zio si affaccia al cancello, straziato. I genitori stanno rientrando dalla Sardegna col fratellino: papà Diego (dipendente di un’azienda chimica), mamma Daniela (educatrice in una scuola dell’infanzia) e il fratellino di Sofia erano lì da giovedì per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni materni.

Studentessa di Sociologia alla Bicocca dopo il diploma preso al liceo Besta, lavorava in un supermercato di Cologno e da poco aveva iniziato a fare l’educatrice in un campo estivo. "Aveva tanti sogni, tanti progetti. Morti con lei". Le amiche non si danno pace: "Non ci sono parole per descrivere tutto questo, riposa in pace Sofi, sarai sempre l’angelo più bello", lo strazio di Giulia. Tra gli sconosciuti che si presentano sotto casa a lasciare fiori, Sabrina, insegnante d’inglese: "Un’altra donna uccisa per mano di un uomo. Questo mi fa molta rabbia. Ai miei alunni adolescenti cerco di insegnare il valore della vita e il rispetto per gli altri, prima di tutto. C’è ancora tanta strada da percorrere. Quanto sangue vedremo versare ancora?".