Il banco di prova saranno le udienze preliminari dei prossimi mesi, quando i giudici si troveranno a vagliare l’impianto accusatorio nei procedimenti, con al centro progetti di rigenerazione urbana, già sfociati in richieste di rinvio a giudizio degli indagati per i presunti abusi edilizi. Le Park Towers di via Crescenzago, vicino al Parco Lambro, e la Torre Milano in via Stresa, zona Maggiolina. Tra i fascicoli più “maturi“ anche quello sull’edificio battezzato “Hidden garden“ sorto all’interno di un cortile in piazza Aspromonte, zona Città Studi, la prima tra le decine di inchieste aperte che hanno messo nel mirino il “modello Milano“ e anni di politiche urbanistiche. Indagini, al centro di incontri in Procura per valutare i prossimi passi, che vanno avanti indipendentemente dagli sviluppi sul “salva Milano“.
Sotto la lente progetti di sviluppo immobiliare che stanno cambiando il volto dei quartieri. Il Bosconavigli, solo per citarne uno, o il cantiere del “Giardino segreto“ in via Lepontina, all’Isola, posto sotto sequestro a maggio su ordine del gip di Milano Mattia Fiorentini. Provvedimento che ha sposato la linea del pool di pm (Paolo Filippini, Marina Petruzzella e Mauro Clerici), coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. Pratiche annullate "irritualmente" e poi "aggiustate" su richiesta dei costruttori, attraverso un "lungo iter di violazioni procedurali". Nuove costruzioni spacciate come ristrutturazioni, in assenza dei piani attuativi necessari, sul “Giardino segreto“ sarebbe stato "violato l’abc dei principi costituzionali di legalità". I costruttori affermano di aver seguito le direttive del Comune, Palazzo Marino nega violazioni delle norme, i dipendenti comunali che hanno firmato i progetti chiedono tutele. Si attende, quindi, il vaglio del gup sui primi procedimenti, come il caso Park Towers. Per la costruzione dei tre edifici, alti rispettivamente 81, 59 e 10 metri, per 23, 16 e 3 piani, per un totale di 113 appartamenti, rischiano di finire a processo l’imprenditore e amministratore di Bluestone, Andrea Bezziccheri, l’architetto e progettista, i tre dipendenti Palazzo Marino e il rappresentante legale della società che ha eseguito i lavori. Dalle indagini della Gdf, chiuse a fine gennaio, è emerso che sarebbe stata una "operazione speculativa a favore dell’investitore privato".
Andrea Gianni