
La sala con le slot machine nella Wincity di piazza Diaz
Milano, 19 dicembre 2016 - Quell'ordinananza del Comune non l’hanno mai digerita. E tantomeno rispettata, a giudicare dai verbali in serie elevati dal Servizio Annonaria e commerciale della polizia locale. Anche noi del Giorno, in più occasioni, l’avevamo verificato sul campo: slot machine perennemente accese al Sisal Wincity di piazza Diaz, in barba al provvedimento anti-azzardo che dall’estate del 2014 ne impone la disattivazione tra le 12 e le 18; un modo, quello scelto dall’amministrazione allora guidata dal sindaco Giuliano Pisapia (e dalla sua vice Ada Lucia De Cesaris particolarmente battagliera sull’argomento), per evitare che le luci delle macchinette mangiasoldi attirino anziani e ragazzi all’uscita da scuola. Un anno fa, pure l’allora presidente della Commissione Antimafia di piazza Scala David Gentili e i responsabili della «Carovana Antimafie» invocarono la sospensione della licenza al mini casinò a due passi dal Duomo dopo l’ennesima contravvenzione: «Siamo entrati e abbiamo chiamato la polizia locale – raccontò ai tempi l’esponente del Pd –. Per loro non basta: 450 euro di multa non sono niente».
Da una delibera di Giunta datata 2 dicembre si scopre che Palazzo Marino si è già mosso da qualche mese: prima la diffida firmata il 30 maggio «a non persistere nell’attività di inosservanza delle norme che regolano la gestione dell’esercizio mediante trasgressione agli orari stabiliti»; poi l’ordinanza del 15 luglio di «sospensione per tre giorni del funzionamento degli apparecchi installati da eseguirsi nelle giornate del 25, 26 e 27 ottobre 2016». Probabilmente, però, la «Città del gioco» inaugurata nel 2010 non ha mai chiuso i battenti, visto che la Sisal Entertainment ha impugnato l’atto al Tribunale amministrativo della Lombardia. Le richieste: annullare lo stop di 72 ore e pure l’ordinanza restrittiva del 2014 (che peraltro ha più volte passato il vaglio di Tar e Consiglio di Stato). Il 21 ottobre è arrivato il primo pronunciamento dei giudici di via Corridoni, che hanno negato la sospensiva: «Per la loro complessità – ha chiarito il collegio presieduto da Angelo De Zotti – le questioni oggetto del ricorso richiedono un approfondimento che non è compatibile con la sommarietà della presente fase cautelare». In ogni caso, la conclusione, «il danno lamentato non presenta i requisiti della gravità e della irreparabilità; le esigenze della ricorrente sono comunque tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito». Prima udienza l’8 febbraio 2017. E così i divieti anti-ludopatia studiati dal Comune finiranno ancora una volta in aula.