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Casa a Bresso, l'agente immobiliare: "Vendita trasparente, contro Siri macchina del fango"

Il professionista che ha curato la compravendita su cui la Procura ha aprerto un'inchiesta: "Mai avuto dubbi sulle possibilità finanziarie del senatore"

Armando Siri (Imagoeconomica)

Bresso (Milano), 7 maggio 2019 - "Ancora una volta la macchina del fango si è scagliata contro il senatore Armando Siri. Sulla vicenda della palazzina di Bresso posso esprimere il mio parere per il ruolo professionale che ho ricoperto. Di polemiche ne ho sentite tante, troppe tra garantisti e giustizialisti dell'ultima ora, spesso per opportunità politica, ma anche da chi si diverte solo quando non riguarda se stesso, però vorrei confermare l'assoluta correttezza, trasparenza e buona fede di questa vicenda".

Così, in un post su Facebook, Policarpo Perini, l'intermediario immobiliare che ha curato la vendita della palazzina acquistata dal sottosegretario leghista a Bresso per cui la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta. "Ho proposto al senatore Armando Siri, persona riconosciuta per le sue capacità di visione e competenza politica, un investimento immobiliare che ho ritenuto redditizio considerando il rapporto costo/beneficio (oggi tanto di moda) - ricostruisce Perini - l'immobile era in vendita per almeno due anni nei quali ho dato massima visibilità sui portali Internet al prezzo richiesto dai proprietari, che notoriamente non hanno mai regalato nulla, pari alla somma del valore di mercato di ciascuna unità immobiliare. La vendita è stata portata a termine a un valore più basso dovuto come sempre quando la trattativa è per l'acquisto in blocco".

"Mi sono sentito di consigliare anche a mio figlio, per quello che poteva permettersi, di acquistare una porzione di solaio della palazzina da trasformare in mansarda. Il senatore Armando Siri da persona lungimirante e fiducioso dei dati commerciali e tecnici forniti per valutare l'investimento, ha accettato la bontà dell'affare immobiliare. Alla conclusione del contratto, ho percepito le commissioni d'agenzia pro quota, cioè anche da mio figlio, per rimanere nella massima trasparenza e correttezza - garantisce -. Un proverbio ebraico recita che un uomo non si valuta per i soldi che possiede, ma per quanto credito ottiene. Ed è per questo che non ho mai avuto dubbi sulle possibilità finanziarie del senatore Armando Siri. In seguito al rogito, per dovere professionale il notaio, in qualità di soggetto obbligato, ha dovuto segnalare all'Uif (Unità d'informazione finanziaria) la transazione. Da qui in avanti il vergognoso accanimento mediatico sulla vicenda".

(fonte AGI)