
Operatori e volontari al centro vaccinale
Cernusco sul Naviglio (Milano) - Ha aperto 344 giorni fa, il 3 aprile 2021, e oggi con 150mila dosi all’attivo l’ex Filanda chiude i battenti: da domani tornerà a essere il polo culturale di Cernusco. Ma nell’ultimo anno è stato uno dei punti nevralgici della campagna vaccinale della Regione sul territorio, "aperto a tutti", sottolinea il sindaco Ermanno Zacchetti che insieme al direttore generale dell’Asst Melegnano-Martesana Francesco Laurelli ha ringraziato personale e volontari.
Sono loro, medici, infermieri e angeli con la divisa della protezione civile, degli alpini, dei carabinieri in congedo, o senza come gli Amici del tempo libero che "hanno reso possibile tutto questo". Un miracolo del quale "non si dovrà perdere memoria". L’avvio dell’immunizzazione di massa "è stata la luce in fondo al tunnel" dopo mesi di paura e restrizioni fra morti e crisi economica per colpa del Sars-Cov 2.
"Siamo fieri di avere fatto la nostra parte", ripete Zacchetti. Il lavoro duro, non stop, coordinato da Alessandra Nardi per l’Azienda ha visto in campo 150 fra camici bianchi e infermieri, un esercito che ha lasciato corsie e ambulatori "per sedersi ai box ogni giorno ad ascoltare dubbi, consigliare, somministrare", e una pattuglia altrettanto numerosa, altre 150 persone in arrivo dal no-profit, seconda colonna del contrasto alla pandemia, a fare il resto. "Senza, non ce l’avremmo fatta, hanno donato quasi 3mila ore del loro tempo a tutti", ricorda il primo cittadino.
La memoria torna ai giorni dell’allestimento in tempo record per cambiare faccia agli spazi che ospitavano conferenze e trasformarli in studi per ricevere i pazienti, dopo il cambio di passo nell’approvvigionamento delle fiale. Il modello organizzativo sulla falsariga dell’antinfluenzale "sono tutte tappe che ci porteremo dentro. Ora, guardiamo avanti. La disponibilità delle associazioni è sempre stata la forza della città. A maggior ragione in questa occasione - dice il sindaco -. Ci ha permesso di attraversare l’anno più difficile, dal lockdown, alla salvezza del siero".
"Voltandoci indietro adesso, ma sarà più chiaro fra qualche anno, ci accorgiamo di aver fatto qualcosa di eccezionale. Abbiamo dato una risposta corale all’emergenza. Istituzioni, enti e professionisti della sanità pubblica, gruppi, sono stati al centro di un’azione condivisa e concreta". Lo stesso concetto espresso da Laurelli. "Accogliere, informare, vaccinare", è questo il programma andato in scena ogni giorno nel vecchio opificio. "Senza mai fermarsi, né per la neve, né alle feste comandate: abbiamo attraversato stagioni, impegni e imprevisti con la responsabilità del primo istante. Ci sono esperienze che lasciano il segno e il centro vaccinale è sicuramente fra queste – conclude Zacchetti – ci ha ricordato cosa significa essere una comunità".