Silvio Berlusconi, l’esperto: “Ha malattia molto rara, non si guarisce ma si può convivere”

Il leader di Forza Italia soffre di leucemia mielomonocitica cronica

Analisi  di laboratorio (Foto archivio)

Analisi di laboratorio (Foto archivio)

Milano, 6 aprile 2023 – Silvio Berlusconi – ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano – soffre di leucemia mielomonocitica cronica. Dopo un susseguirsi di ipotesi riguardo le sue condizioni di salute, nel primo pomeriggio di oggi è arrivato il bollettino medico ufficiale firmato dai professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri.

"E' una malattia molto rara, circa 1 caso per 100mila abitanti, con espressioni molto eterogenee, ma sempre caratterizzate da aumento dei monociti, un tipo di globuli bianchi con importanti funzione immunitarie. Non è una malattia da cui si guarisce se non con il trapianto di midollo, terapia non praticabile in soggetti di età avanzata. Si tratta quindi di una patologia cronica e il paziente, se anziano, deve essere gestito con la consapevolezza di avere come obbiettivo il contenimento della progressione e la gestione delle possibili complicazioni", ha detto all’Adnkronos Salute Fabrizio Pane, componente del comitato scientifico dell'Ail (Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma), ordinario di Ematologia e direttore Uo di Ematologia e Trapianti Aou Federico II di Napoli. 

"E' anche da sottolineare che un’attenta e saggia gestione della patologia e delle sue complicanze può preservare la qualità di vita ed eventuali attività lavorative, che è un obbiettivo importante della terapia della patologia in particolare nei pazienti anziani", ha evidenziato l’esperto. 

"Alcuni casi – ha spiegato ancora Pane - tendono ad avere una maggiore tendenza all'aumento dei leucociti (forme dette iperproliferative), altri citopenia (anemie, leucopenia o piastrinopenia, casi detti 'displastici'). L'inizio è generalmente subdolo, spesso paucisintomatico e non facilmente identificabile. Alcuni casi possono mostrare un calo delle difese immunitarie con infezioni ricorrenti. La risposta alle terapie citoriduttive (modernamente basate su farmaci ipometilanti) è altrettanto molto eterogenea. Il fatto che ne sia affetto un paziente anziano, come per tutte le malattie neoplastiche, è un fattore aggravante".

Per questa malattia del sangue "le complicanze non sono inattese e non devono sorprendere: serve un controllo continuo", rimarca l'ematologo. Inoltre c'è il rischio di "avere compromessa la capacità di metabolizzare sostanze estranee o avere effetti collaterali dei farmaci più utilizzati". Ma ci sono terapie nuove all'orizzonte? "Non molte nuove. Ci sono gli agenti ipometilanti che agiscono sul Dna: sono una novità, ma non così recente e i risultati ottenuti non così rilevanti come con altre malattie", ha concluso Pane. 

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