Cos’è la leucemia mielomonocitica cronica: chemioterapia e speranza di vita

La patologia di cui soffre Berlusconi è caratterizzata da un aumento di uno specifico tipo di globuli bianchi, i monociti

Raccolta di campioni per una biopsia (Archivio)

Raccolta di campioni per una biopsia (Archivio)

Milano – La patologia che è stata diagnosticata a Silvio Berlusconi, la leucemia mielomonocitica cronica (LMMC) è una forma leucemica cronica, non delle più aggressive, che colpisce soprattutto in età avanzata (mediamente l'insorgenza è a 70 anni), si cura quando possibile con il trapianto di cellule staminali, come avvenuto di recente per un altro caso celebre, quello dello scrittore Alessandro Baricco.

Quanti casi

La leucemia mielomonocitica cronica, di cui soffre Berlusconi, come comunicato oggi dal San Raffaele, ha un'incidenza annuale stimata in 1 ogni 100.000 persone. Una forma cronica, dunque, che però presenta il rischio concreto che si trasformi in una leucemia mieloide acuta, molto più grave e pericolosa.

Speranza di vita

Secondo i dati dell’American Cancer Society, in base a uno studio realizzato tra il 1975 e il 2005, la speranza di vita di un paziente con LMMC è di circa 20 mesi dal momento della diagnosi. La società americana fa anche però che circa il 20% dei pazienti con sono sopravvissuti più di 5 anni, mentre in base al tipo di LMMC da cui si è affetti la possibilità di sviluppare una leucemia mieloide acuta entro 5 anni dalla diagnosi va dal 20 al 63%.

Il trapianto di staminali

La strada migliore da intraprendere, come detto, è quella del trapianto di cellule staminali da donatore. Dopo una fase di chemioterapia, cosiddetta di contenimento, occorre cercare un potenziale donatore all'interno della famiglia del paziente stesso o all'esterno. Le cellule possono essere prelevate dal midollo osseo o dal sangue periferico, ma non sempre le condizioni e l’età del paziente consentono il trapianto. 

La proliferazione di monociti

La malattia è caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti, cioè i globuli bianchi più grandi prodotti all’interno del midollo osseo e poi immessi nel flusso sanguigno, da dove raggiungono i tessuti in cui si rende necessario il loro intervento. 

La LMMC è una malattia eterogenea che può presentarsi in una forma in cui prevalgono anemia e neutropenia (riduzione del numero di neutrofili circolanti che, se di grave entità, aumenta il rischio e la gravità di infezioni batteriche e fungine), oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. 

Prognosi e cure

La prognosi viene realizzata in base a diversi parametri, che considerano i valori dell’emocromo, il numero dei blasti, il valore dei globuli bianchi, la citogenetica e, più recentemente, la mutazione in alcuni geni specifici come l’ASXL1.

Nei casi ad alto rischio non candidabili a trapianto può essere impiegata l’azacitidina e, nei casi proliferativi, l’idrossiurea per controllare la conta dei globuli bianchi. In caso di anemia, nei pazienti a basso rischio può essere utilizzata l’eritropoietina.