MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Silvia Romano rapita in Kenya, le ricerche nella foresta

Stretta dopo l’arresto di un guardaparco

Silvia Romano

Milano, 10 dicembre 2018 - Viva, potrebbe essere nascosta in una foresta o in un villaggio di capanne, mentre in carcere è finito un terzo ufficiale keniota con l’accusa di essere legato ai banditi. Il cerchio si stringe e restano accese le speranze di riabbracciare Silvia Romano, la cooperante milanese di 23 anni rapita a Chakama, a circa 80 chilometri da Malindi, in Kenya, lo scorso 20 novembre mentre si dava da fare per i bimbi africani con la Africa Milele onlus.

Nel frattempo famiglia e amici rimangono in silenzio. «Silenzio e pace, forza e speranza» avevano chiesto i parenti nelle ore successive al rapimento. Non una parola finché Silvia non sarà a casa, il punto fermo e rigorosamente rispettato. Le indagini e le ricerche in Africa intanto proseguono grazie a una task-force costituita da unità della polizia e dell’esercito che sta passando al setaccio la foresta di Boni e le aree confinanti con le contee di Lamu, Garisa e Tana. Tra le novità, il fatto che dietro le sbarre sia finito un terzo alto graduato del Kenya Wildlife Service, i guardaparco che da settimane collaborano alle ricerche della ragazza lungo il Tana River, forse tradito da una telefonata di troppo (lo rivela l’emittente Ntv) come per il sergente Abdullahi Bille e il fratello già arrestati poiché sorpresi a dare aiuti alla gang. Da queste parti, le connivenze tra guardaparco e gruppi criminali non sarebbero una rarità. Nel frattempo gli investigatori hanno ascoltato le testimonianze di alcuni pastori, che avrebbero rivelato avvistamenti utili alle indagini: i rapitori potrebbero essere nascosti nella Dakatch Forest o aver trovato rifugio in una “manyatta”, agglomerato di capanne che ospita una comunità, nella vasta regione di Garsen nella contea di Tana.

«I rapitori sono nella contea del fiume Tana, hanno difficoltà a reperire mezzi di trasporto. Due loro motociclette, che sono state recuperate dalla polizia, si sono rotte nella foresta», ha rivelato un’anonima fonte investigativa al quotidiano “The Nation”. E sarebbe escluso che rapitori e ostaggio siano già arrivati in Somalia. «Sospettiamo che siano nascosti da qualche parte nella foresta, aspettano che il caldo diminuisca per poter proseguire il loro viaggio. L’operazione è stata ostacolata dalle condizioni meteo avverse e dalla rete stradale», avrebbe sottolineato Bernard Leparmarai, comandante regionale della polizia.

Preziose saranno le informazioni che potranno arrivare dagli uomini arrestati. Restano le speranze, ma anche i timori: «Continuiamo a pensare che i rapitori siano criminali dediti all’estorsione, che potrebbero pensare di vendere la ragazza ai terroristi di al-Shabaab». Milano la aspetta. Per lei c’è un totem posizionato fuori da Palazzo Marino: sotto la sua foto, la scritta “Silvia Romano libera”.