
Andrea Arrigoni, in arte Shiva, 24 anni
Milano – L’ordinanza gliel’hanno notificata gli agenti della Squadra mobile di Milano, gli stessi che all’alba di giovedì l’hanno arrestato per tentato omicidio. Nuova misura cautelare in carcere per il rapper Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni, ora accusato dalla Procura di Ascoli Piceno di aver accoltellato un uomo durante una rissa avvenuta il 30 agosto a San Benedetto del Tronto. Stando a quanto ricostruito, quella sera il 24enne, che si trovava nelle Marche per un concerto, avrebbe rincorso una persona, che secondo l’inchiesta era estranea alla zuffa davanti a un albergo, e l’avrebbe ferita "due volte alla schiena" con un coltello, "per poi impossessarsi di uno zaino caduto a terra e allontanarsi dal posto". Un blitz già costato a Shiva un foglio di via obbligatorio di tre anni emesso dal questore di Ascoli Piceno.
L’indagine si è conclusa ad appena 5 giorni di distanza da quella di via Fatebenefratelli, che lo ha portato in cella con l’accusa di aver sparato l’11 luglio in via Cusago per uccidere i due lottatori di Mma Alessandro Maria Rossi e Walter Pugliesi, che qualche secondo prima avevano fatto irruzione nel cortile interno dello stabile che ospita l’etichetta discografica Milano Ovest per vendicare un precedente pestaggio legato alla rivalità tra la Santana Gang di Arrigoni e la Seven Zoo di RondodaSosa (non coinvolto).
Finita? No, perché da Perugia è rimbalzata nelle ultime ore un’altra denuncia nei confronti del ventiquattrenne. A presentarla è stato un coetaneo che di professione fa il procuratore di artisti e che al Giorno chiede di rimanere anonimo.
Nella querela, il ragazzo racconta di essere stato vittima di un pestaggio la notte dello scorso 12 giugno da parte di sei-sette giovani, "di cui ne riconoscevo due facenti parte del team" di Arrigoni. Per contrasti di natura professionale, i presunti aggressori lo avrebbero atteso nella hall di un albergo di Ponte San Giovanni, una frazione di Perugia, e lo avrebbero pestato con calci e pugni, per poi derubarlo di soldi e cellulare.
Uno di loro, con tatuaggi su collo e braccia, si sarebbe avvicinato con un coltello a scatto e lo avrebbe ferito alla mano sinistra e allo zigomo destro: "Ti ammazzo". Nella ricostruzione alla polizia, il ventiquattrenne ha riferito dettagli su alcuni dei picchiatori: un 40enne legato agli “ultrà del Milan” e Pr, presente pure a San Benedetto del Tronto il 30 agosto (“Siamo scesi e ci siamo scannati con la gente che c’era, uno che voleva farci brutto...”, una frase intercettata). Il promoter, che ha riportato contusioni giudicate guaribili in 15 giorni, riporta un altro particolare inquietante: dopo la sparatoria dell’11 luglio, avrebbe ricevuto un vocale su Telegram in cui qualcuno lo accusava del raid di via Cusago e gli preannunciava un agguato mortale a fine agosto, in occasione di un evento con Shiva in Campania.