Shakespeare ai tempi della Dad. E la lettura è social L’esperimento al Boccioni: "Siamo stati meno soli"

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Metti una chiacchierata con Shakespeare, via app: il suo profilo risponde alle tue domande come avrebbe risposto l’autore, alleni la letteratura, alleni l’inglese. E ti senti pure meno solo in tempi di didattica a distanza. Lo hanno sperimentato i ragazzi di quarta I del liceo artistico Boccioni, partecipando a un progetto per il “social reading“ promosso da Pearson. Tre i percorsi lanciati - su Dante, su Shakespeare e sulla Generazione 2030 - che hanno coinvolto oltre diecimila studenti delle superiori: hanno interagito con i testi e tra loro producendo anche video, meme, “twyll“, ovvero messaggi di massimo 140 caratteri. Al Boccioni hanno intrapreso il percorso “Will&You(th)”. "È stata una vera esperienza di lettura condivisa – racconta l’insegnante, Marisa Armeli, entusiasta –. Ed essendo del liceo artistico gli studenti hanno partecipato in modo creativo. Nelle “regole del gioco“ non c’era l’obbligo di utilizzare l’inglese ma per loro è stato spontaneo. Si collegavano e interagivano a qualsiasi ora del giorno tanto erano coinvolti". Ad ogni proposta di lettura spuntavano personaggi misteriosi, come nei giochi di ruolo: "Shakespeare era il più simpatico – confessa Maria Celeste –, mi sembrava di parlare ad un amico, e mi sono sentita molto Ophelia, sono tragica anch’io. In quest’anno di pandemia questa applicazione ci ha unito, ha creato rapporti sociali oltre ad averci aiutato a sviluppare le tematiche". È servito anche ai più timidi: li ha aiutati a tirar fuori le parole, a creare collegamenti con la vita. "Io non interagivo tutti i giorni ma quando c’era qualche argomento che mi interessava cercavo collegamenti, confronti – racconta Giuliano –. Come sul tema dell’amore: ho pensato subito ad Apollo e Dafne del Bernini". C’è chi si è messo nei panni di Romeo e Giulietta e ha reinterpretato “Il bacio“ di Francesco Hayez. Chi si è immaginato un Amleto influencer e chi un’Ophelia costretta a fare i conti con la pandemia.Simona Ballatore

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