IVAN ALBARELLI
Cronaca

Alessandro Guarnotta: “Così ho soccorso la ragazza sfregiata da una baby gang. Queste bande sono sempre più impunite, spavalde, cattive”

Il racconto del 50enne, lunga esperienza come vigilante e soccorritore: “Scena terribile. Una 16enne sfregiata, umiliata, che ha rischiato di perdere l’occhio”

Il vigilante che ha soccorso la ragazza

Il vigilante che ha soccorso la ragazza

Milano – Era appena sceso dal metrò alla stazione Cadorna quando si è imbattuto in una ragazza di 16 anni in lacrime, terrorizzata come l’amica e coetanea con lei. Il viso sfigurato in una maschera di sangue, una profonda ferita all’occhio che solo per miracolo non ha perso. Se Anna (nome di fantasia) se la caverà, con una cicatrice fra l’occhio sinistro e il sopracciglio ma conserverà l’uso della vista, lo deve anche al tempestivo intervento di Alessandro Guarnotta, 50 anni, guardia giurata, che quel sabato 8 marzo passava per caso da lì. Sono le 20, Angelica sta tornando a casa col metrò quando lei e l’amica vengono aggredite da un gruppo di maranza non più grandi di loro sulle scale per scendere ai binari della linea 1. Sono in tre, cominciano a insultare le ragazze. Anna finisce nel mirino. Prima derisa per le scarpe “a peluche” che porta, poi molestata. Quando risponde al palpeggiamento di uno dei tre ragazzi minacciando di mollargli un ceffone, lui le sferra una coltellata che la raggiunge all’occhio sinistro. Una brutale aggressione nei confronti di un’adolescente che Alessandro, pur avendone viste tante in oltre trent’anni di professione, non dimenticherà.

Alessandro, che scena si è trovato davanti agli occhi?

“Ero sceso dal treno per cambiare linea quando ho visto la ragazza che si copriva la faccia piena di sangue, che continuava a perdere in grande quantità. Mi sono subito reso conto che ogni minuto era prezioso in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. Con un’altra donna abbiamo subito cercato di tamponare la ferita”.

Lei, oltre che vigilante, è un soccorritore di lunga data. Se non si fosse intervenuti subito con le prime manovre d’emergenza quali potrebbero essere state le conseguenze?

“Svolgo da più di trent’anni attività di soccorso per il Corpo dell’Ordine di Malta. Credo di poter dire che se non si fosse tamponata subito la ferita, noi abbiamo usato una sciarpa e fazzoletti di carta, la ragazza avrebbe rischiato un’emorragia. Era sotto choc. Già in iperventilazione. Aveva una ferita profonda di 5 centimetri. Io e la ragazza con me abbiamo seguito le indicazioni che gli operatori del 118 ci fornivano al telefono in attesa dei medici”.

Poi sono giunti i soccorsi.

“Sì, dopo le cure è stata portata al Fatebenefratelli, specializzato in Oftalmologia. Le è stata suturata la ferita, il giorno dopo era fuori pericolo”.

Lo choc, le lacrime, il pianto di Anna e della sua amica non li dimenticherà facilmente.

“No, una scena terribile. Una ragazza di 16 anni sfregiata, umiliata, che ha rischiato di perdere l’occhio. La sua paura in quel momento? Che i genitori venissero a sapere quel che era successo. A momenti non voleva che gli telefonassimo”.

Lei svolge servizio di vigilanza per una griffe d’abbigliamento in via Dante. Qual è la sua percezione della sicurezza?

“Queste bande di maranza, o babygang sono sempre più agguerrite, spavalde, cattive. Se non si interviene con leggi più severe, se non si ristabilisce il principio che “chi sbaglia deve pagare”, la situazione rischia di diventare incontrollabile”.

La banda che ha ferito Anna non è ancora stata identificata. Ha incontrato la ragazza?

“No, ma mi farebbe enormemente piacere farlo. Abbracciare lei e l’amica, se e quando vorranno farlo. La cosa più importante è che ora stia bene e dimentichi questa terribile vicenda”.