
L’alluvione dello scorso novembre ha fatto straripare il Seveso e il Lambro allagando la zona di Niguarda e viale Fulvio Testi fino a raggiungere la stazione di Porta Garibaldi a Milano
Solo nel 2014 è esondato per ben otto volte. E nella storia passata e recente il conto degli straripamenti ha abbondantemente superato quota 100. Stiamo parlando del torrente Seveso, flagello della periferia Nord di Milano da una quarantina di anni. Da tempo si parla di un sistema di vasche di laminazione da azionare in caso di emergenza, ma fino a qualche mese fa i progetti erano rimasti solo su carta millimetrata. Ora, però, la macchina pare essere partita. Ieri il Governo ha stanziato i primi 112 milioni di euro per realizzare tre dei quattro bacini previsti dal piano dell’Aipo più altre opere di sistemazione nelle aree golenali. L’obiettivo: creare un ombrello protettivo per la metropoli.
Milano, 7 agosto 2015 - Ormai ci siamo: a ottobre arrivano i soldi per imbrigliare Seveso e Lambro. Degli 1,3 miliardi di euro messi a disposizione dal Cipe per fronteggiare il dissesto idrogeologico in Italia, 112,4 milioni (su un contributo complessivo di 122) sono stati destinati con massima priorità alla Lombardia – tutto passerà da un Accordo di programma con la Regione – per realizzare le opere ritenute indispensabili per eliminare definitivamente il flagello delle esondazioni nella periferia nord di Milano. Ecco i sei interventi finanziati: tre vasche di laminazione delle piene tra Lentate sul Seveso, l’area ex Snia al confine tra Paderno Dugnano e Varedo e una porzione di territorio del Parco Nord (95,5 milioni di euro in tutto), più il secondo lotto del consolidamento del cavo Redefossi (da piazza Cinque Giornate a corso Lodi per un costo di 7,2 milioni), la sistemazione di argini e letto del fiume Lambro (3,2 milioni) e l’adeguamento delle aree golenali del Seveso nella zona di Cantù (6,5 milioni).
Secondo il cronoprogramma reso noto nel 2014, i lavori per i tre bacini anti-piene – siamo in fase di progettazione definitiva – dovrebbero iniziare a fine 2015 per concludersi un anno dopo, anche se, con ogni probabilità, i cantieri slitteranno di qualche mese. In ogni caso, la macchina è partita. «Grazie al Governo – la soddisfazione degli assessori comunali Marco Granelli e Pierfrancesco Maran – che con questo considerevole stanziamento l’impegno preso: così rispetteremo i tempi per dare risposta a un problema che esiste da 40 anni». Cioè da quando il tratto milanese del Seveso è stato interrato e indirizzato in un tubo di cemento che scorre sotto la città. Un tubo che diventa strettissimo quando le piogge gonfiano il torrente e lo trasformano in una bomba d’acqua sotterranea pronta a schizzare fuori dai tombini: solo nel 2014 è capitato otto volte. Unica soluzione: creare un ombrello a protezione della metropoli, proprio attraverso la predisposizione di un sistema di invasi per drenare i metri cubi in eccesso. «Il Governo Renzi – il commento dell’assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi – annuncia per l’ennesima volta di aver stanziato 112 milioni di euro per evitare che Milano vada sott’acqua nei casi di piogge eccezionali. Un annuncio che abbiamo già ascoltato in almeno altre cinque occasioni, nel giro di poco più di un anno: speriamo che questa sia la volta buona». Lo sperano pure gli abitanti di Niguarda.
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