Sesto, gli inquilini della Casa Albergo in presidio contro lo sgombero

Mamme, anziani e bambini hanno protestato sotto il Comune insieme all'Unione Inquilini. "Il sindaco ha detto che nessuno resterà per strada: che rispetti la parola"

Un momento della contestazione dei giorni scorsi

Un momento della contestazione dei giorni scorsi

Sesto San Giovanni (Milano), 27 marzo 2024 – “Non chiediamo la luna ma un tetto. Esiste l’umanità ed esistono dei diritti. Nessuno deve passare quello che stiamo passando noi”. Cinzia è una degli inquilini della Casa Albergo di via Fogagnolo, che presto sarà liberata perché non più agibile per mancanza delle certificazioni antincendio e perché la permanenza della fondazione che la gestisce è stata dichiarata illegittima dal tribunale, dopo un contenzioso con il Comune.

Insieme agli altri ospiti ha manifestato in piazza della Resistenza, sotto il palazzo comunale. Da decenni la struttura accoglie le persone in difficoltà. Poi, negli ultimi anni, la funzione sociale aveva virato verso una più commerciale, almeno nelle intenzioni iniziali del contratto del 2018.

La situazione in via Fogagnolo

Sta di fatto che oggi in via Fogagnolo ci sono sfrattati, anziani, minori, anche disabili. C’è chi con la sua famiglia di cinque persone abita lì da sette anni. “Mio figlio era un bambino quando siamo entrati e ora ha 14 anni. Siamo stanchi di vivere così, in una stanza piccola con bagno e cucina condivisa”.

C’è chi è arrivato dal Sud America ed è in via Fogagnolo da un anno. “Ho due figli di 13 e 15 anni. necessitiamo di una sistemazione: se questo posto chiude, noi non possiamo andare per strada”.

Le parole degli inquilini

I funzionari del Comune, con la polizia locale e gli assistenti sociali, hanno già incontrato gli inquilini (120-150 secondo i comitati, 105 per il municipio). “Trovarsi senza sapere dove andare è triste. Siamo tutti esseri umani e abbiamo tutti diritti come gli altri. Non meritiamo la strada. L’altro giorno, quando ho visto l’affissione, ho avuto un problema al cuore e ho firmato le dimissioni volontarie per uscire dall’ospedale – racconta Cinzia -. Mi hanno detto che posso andare ovunque, anche molto lontano, e mi sentita ancora male. Io lavoravo, ero una persona come tutte le altre. Poi ho perso quasi tutto e mi sono ritrovata qui. Non sono cose giuste. Il sindaco ha detto che nessuno resterà in strada: bene, che rispetti la parola”.

La versione dell’amministrazione comunale

Secondo l’amministrazione, solo 31 sarebbero residenti a Sesto e gli altri, se fragili, saranno presi in carico dalle città di residenza. Una ricostruzione non accettata dall’avvocato Gianluigi Montalto, che segue le famiglie. “Il nodo sta proprio nella residenza: i senza dimora dovrebbero averla nella via della Casa Comunale, ma Sesto si rifiuta di registrarli in questa via fittizia nonostante le pronunce di tribunale e le cause che abbiamo già vinto" ha spiegato il legale.

“Così, possono dire che i residenti da sistemare sono pochi. È una politica di espulsione dei poveri che va avanti ormai da anni”. Al presidio i residenti della Casa Albergo hanno chiesto soluzioni reali, fattibili, diverse da quelle ricevute fino a oggi.

“Nella Casa Albergo ci sono dalle 120 alle 150 persone, tra cui bambini, anziani di 78 anni, invalidi. Fragilità conclamate – continua Montalto -. I funzionari del Comune hanno dato un elenco di alberghi e strutture assistenziali con numeri di telefono: alcuni numeri sono risultati disattivi, altri hanno risposto ‘Siamo pieni’. A un signore più fortunato hanno detto ‘Forse si libera una stanza tra 3 mesi’”.

È stato anche suggerito di fare domanda al bando ordinario per un alloggio pubblico e a quello dell’emergenza casa. “Ma nel 2024 il Comune ha messo sei alloggi a disposizione e l’anno scorso ne è stato assegnato uno al mese, anche se una nostra inchiesta dice che ce ne sono 150 vuoti sul territorio”, denuncia l’Unione Inquilini.

Il presidio

Al presidio hanno partecipato anche consiglieri comunali ed esponenti del centrosinistra. È stato anche chiesto di interrompere il consiglio comunale, per ascoltare una delegazione di sindacato e comitato della Casa Albergo.

“Richiesta ovviamente respinta perché fuori dall'ordine del giorno della seduta – ribatte il sindaco Roberto Di Stefano -. A quel punto l'opposizione ha alzato il tiro, chiedendo una sospensiva per poter dialogare con la maggioranza in aula. Alla fine alcuni hanno deciso anche di abbandonare l'aula, nonostante dovessero dibattere e votare mozioni da loro stessi presentate”.

Di seduta “funestata dall'assenza di tre quarti dei consiglieri di minoranza” parla il primo cittadino e di “protesta pretestuosa, inutile ma soprattutto a difesa di soggetti condannati (il gestore della Casa Albergo, ndr) a cui la sinistra ha voluto dar voce”.

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