Tiziana
Guarino
Ho due figlie che frequentano la terza media all’Istituto comprensivo Ciresola di Milano. In entrambe le classi, da settembre ad oggi, non abbiamo avuto contagi né abbiamo dovuto subire quarantene. Per la mia esperienza personale, quindi, la scuola è un luogo sicuro e ben organizzato, dove anzi si educa a rispettare il distanziamento e le norme di sicurezza. Per questo ho trovato incomprensibile la decisione di vietare la frequenza alle seconde e terze medie in zona rossa. Se gli Istituti rimangono comunque aperti per le classi prime, con tutto il movimento di insegnanti e personale che questo comporta, perché impedire ai ragazzi di seconda e terza di andare, quando oltretutto i ragazzi a quell’età raramente usano i mezzi pubblici per raggiungere la scuola? Lunedì, quando le medie sono ripartite, ho aderito volentieri al presidio organizzato davanti alla scuola da alcuni genitori della Ciresola con il sostegno del comitato "A scuola!".
Con i nostri cartelloni e gli zaini vuoti per terra abbiamo voluto dire da una parte la nostra gioia per la scuola di nuovo aperta, ma anche ribadire che questa apertura deve durare. Non nego la gravità della situazione sanitaria e forse nessuno più di me sa cosa sia il Covid, dal momento che a causa di questa malattia ho perso mio papà e proprio nel periodo peggiore, ad aprile, quando non ho potuto nemmeno salutarlo. Ma ho capito che con questo virus dovremo convivere ancora a lungo. Per questo è fondamentale restituire un po’ di normalità ai nostri ragazzi, ne va della loro salute psicologica. Credo che la condizione di isolamento sociale che hanno vissuto con la didattica a distanza abbia creato disagi che si vedranno più avanti in maniera amplificata. I giovani sono il futuro dell’Italia, il nostro Paese non può assolutamente permettersi di non tutelarli.
*Mamma di due studentessedella scuola media Ciresola