
I soccorsi
Milano, 13 agosto 2019 - Si sente male a Senigallia, appena entrata in acqua. Viene soccorsa dal bagnino e dai medici del 118, ma pochi giorni dopo il suo cuore cessa di battere e la famiglia decide che il modo migliore per onorarne la memoria è la donazione degli organi. L’ultimo gesto di amore di Anna, una turista milanese 63enne morta durante una vacanza nelle Marche, è stato compiuto tramite il marito e i figli che hanno autorizzato il prelievo all’ospedale di Jesi, dove la donna è spirata sabato dopo aver lottato tra la vita e la morte per le drammatiche conseguenze dell’improvviso malore. Quella che doveva essere una piacevole vacanza con la famiglia, si è trasformata in pochi istanti in un’immane tragedia, nonostante si sia fatto di tutto per tenere in vita la sfortunata signora dopo l’improvviso malore. «Il cervello ha riportato lesioni irreversibili», spiegano dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche in merito ai motivi del decesso avvenuto dopo il ricovero in terapia intensiva proprio all’ospedale jesino.
Pur dilaniati dal dolore, i familiari della donna hanno comunque deciso che prima del rito funebre ci sarebbe dovuto essere spazio per cercare di preservare il dono della vita aiutando chi più ne ha bisogno e quindi autorizzando l’espianto degli organi.
«Persone che Anna non conosce - evidenziano dall’Asur Marche - vedranno avverato il loro desiderio, grazie ad un gesto d’amore gratuito, per il quale saranno per sempre grati alla donna e alla sua famiglia. In un torrido sabato d’agosto, medici e Infermieri del Carlo Urbani, del Centro regionale trapianti di Ancona e del Centro trapianti di Milano hanno messo in moto l’enorme macchinario per l’intervento durato fino all’alba di domenica». Un espianto multiorgano decisamente impegnativo, ma andato a buon fine, che potrà permettere di esaudire le richieste di quanti necessitano del trapianto per poter rimanere in vita, o comunque per cercare di migliorare il proprio quadro clinico.
«Un ringraziamento particolare - evidenzia l’Asur - va a tutto il personale dell’ospedale di Jesi che ha collaborato affinché la lunga e complessa procedura di donazione andasse a buon fine, in particolare a medici, infermieri e operatori sanitari del reparto di terapia intensiva diretta dal dottor Tonino Bernacconi, al personale della sala operatoria e soprattutto al coordinatore locale dei trapianti, Marco Straccali.
Grazie alla testimonianza di immensa solidarietà umana di famiglie come quella di Anna è possibile realizzare la donazione degli organi e permettere così ai tanti pazienti in lista di attesa di continuare ad avere ancora speranza», conclude l’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche, che ha gestito la complessa fase dell’intervento dopo la tragedia che ha sconvolto la famiglia milanese in vacanza sul lido di Senigallia.