“Se dicessimo la verità“ Uno spettacolo contro le mafie

Acceso dibattito con gli studenti di Falcone-Righi e del Vico coinvolti nel progetto

“Se dicessimo la verità“  Uno spettacolo contro le mafie

“Se dicessimo la verità“ Uno spettacolo contro le mafie

di Francesca Grillo

CORSICO

Gli studenti dell’istituto tecnico Falcone-Righi seguono attenti la narrazione, gli attori che interpretano protagonisti della lotta antimafia. Raccontano la ‘ndrangheta nei loro Comuni: Buccinasco, Cesano, Corsico, Trezzano. Quando parlano delle loro città si guardano stupiti. "Non pensavo fosse ancora così tanto presente", dice un ragazzo. È uno spettacolo che illumina e, con linguaggio semplice e recitazione interattiva, coinvolge pure gli spettatori più giovani. Gli studenti del liceo Vico e del Falcone-Righi hanno seguito i laboratori, realizzando anche un podcast sulla legalità, e lo spettacolo “Se dicessimo la verità” parte di un progetto di Cco, “Crisi come opportunità”, associazione che si occupa di formazione e sensibilizzazione attraverso le forme artistiche (tra cui il teatro) sull’antimafia. L’associazione è composta da Giulia Minoli, che è anche autrice dello spettacolo, Giulia Agostini, Noemi Caputo, Francesca Elia e Benedetta Genisio. Un team al femminile che si avvale di tanti collaboratori e volontari per i suoi progetti.

“Se dicessimo la verità” è anche un documentario su RaiPlay e, appunto, uno spettacolo teatrale itinerante che coinvolge cittadini e scuole. Nella messa in scena mattutina con le scuole, gli studenti hanno potuto porre interrogativi agli attori, ai protagonisti delle storie raccontate. Prima silenziosi, si sono rivelati poi pieni di curiosità e voglia di capire il mondo che li circonda. Qualcuno più consapevole, altri meno, ma col desiderio di sapere cosa possono fare loro per combattere l’illegalità. Le domande sono tante, i giovani vogliono anche capire perché le serie tv narrano la mafia mettendo in evidenza un mondo in apparenza dorato. Poi si interrogano sui testi delle canzoni dei trapper, capiscono che la violenza di quelle parole è sbagliata, l’incitamento all’illegalità un errore. Poi chiedono in che bar non devono andare, dove sono i mafiosi, perché vogliono evitare di arricchirli. Rimangono sorpresi sapendo di bar, ristoranti, farmacie, locali appartenuti alla ‘ndrangheta, proprio sotto casa loro. Nella messa in scena serale dello spettacolo ci sono anche le vittime di mafia: c’è Lorenzo Sanua, figlio di Pietro, ucciso dalla ‘ndrangheta perché combatteva contro il loro racket; c’è uno dei primi imprenditori in Lombardia a ribellarsi al racket della mafia, Paolo Bocedi, fondatore di Sos Impresa nel 1991; l’ex sindaca di Corsico Maria Ferrucci che aveva subito minacce per aver denunciato la presenza della ‘ndrangheta; Antonio Bartuccio ex sindaco di Rizziconi (Reggio Calabria) e testimone di giustizia. Tutti insieme, attori, autori e protagonisti, per raccontare la vera lotta antimafia, lontana dalla retorica.

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