Scontri prima di Inter-Napoli: "Daniele era già a terra quando è stato investito"

Marco Piovella: "L’auto gli è passata sopra a bassa velocità". Caccia a un’Audi: forse a bordo tifosi napoletani

Gli scontri prima di Inter-Napoli e il capo ultrà Marco Piovella (Ansa)

Gli scontri prima di Inter-Napoli e il capo ultrà Marco Piovella (Ansa)

Milano, 2 gennaio 2019 - «Ricordo di aver visto, sulla via Novara all’altezza di via Fratelli Zoia o qualche metro più avanti rispetto al senso di marcia, Daniele Belardinelli steso a terra, non so se perché scivolato o caduto accidentalmente». Sono gli attimi iniziali del raid degli interisti contro la carovana di auto e furgoncini di napoletani: a parlare è Marco Piovella detto «Il Rosso», il capo dei Boys San, sentito dagli investigatori della Digos la sera del 29 dicembre.

Il suo amico «Dede», 39enne ultras del Varese, è già sull’asfalto, «non so perché scivolato o caduto accidentalmente» o perché, aggiungiamo, un’altra auto l’ha urtato. In quel momento, avviene l’investimento letale: «Negli stessi istanti – prosegue a verbale Piovella – ho visto un’autovettura, a bassissima velocità o addirittura quasi ferma, passare sopra il corpo di Daniele, con le ruote anteriore e posteriore destra. Ho avuto anche la sensazione che le ruote slittassero nella circostanza. Non ricordo poi se l’autovettura si allontana immediatamente, lentamente o velocemente. In merito all’autovettura, ricordo che era una macchina scura, di dimensioni che mi sono parse normali, ma su questi dettagli non ho certezze perché la mia attenzione era su Daniele».  L'auto, verosimilmente un’Audi modello A3, non è stata ancora individuata dagli agenti, ma c’è fiducia sul fatto che a breve si possa chiudere il cerchio: rispetto a quanto riferito nelle prime ore, si sta facendo strada l’ipotesi che a passare sopra il corpo di Belardinelli, deceduto in ospedale qualche ora dopo, sia stata una macchina che potrebbe aver avuto a bordo tifosi napoletani, non si sa se legati o meno al resto del serpentone di minivan.

Lunedì Piovella è finito in carcere per rissa e lesioni, e oggi pomeriggio verrà interrogato dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini: difeso dall’avvocato Mirko Perlino, è probabile che il 34enne membro del direttivo della Curva Nord di San Siro mantenga la stessa linea tenuta in Questura, dove ha chiarito di non voler «al momento rispondere a qualsiasi domanda inerente l’organizzazione e l’attuazione dell’aggressione, nonché a domande inerenti il coinvolgimento di altre persone». Ha risposto, invece, il 21enne Luca Da Ros, uno dei primi a finire in cella insieme ai 31enne Francesco Baj e Simone Tira: «Verso le 17.30 – ha spiegato al gip – siamo andati al bar Cartoon’s, credo sia in via Emanuele Filiberto, siamo andati su un Doblò bianco» guidato da un tale G. dei Boys. 

«Sul furgone eravamo in 4. Giunti al bar Cartoon’s, io mi sono fermato fuori a fumare una sigaretta, c’erano altri gruppi di Nizza e di Varese». Poi lo spostamento in massa in via Novara, nei pressi del Parchetto del Fanciullo: «Abbiamo lasciato le macchine e ci siamo fermati tutti contro un muro. All’inizio non avevo armi, poi hanno dato a tutti un bastone. Io ero in mezzo, non sapevo cosa dovevo fare. Iniziano a passare i furgoni, quindi usciamo dall’angolo. Molti furgoni dei napoletani si sono fermati, altri no». Tra gli ultras nerazzurri, stando a quanto risulta, c’era pure Nino Ciccarelli, storico leader dei Viking: è indagato.

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