Tifoso morto prima di Inter-Napoli, i tre ultrà restano in cella: "Scontro tra bande"

L’ordinanza del giudice Salvini: azione militare premeditata, espressione brutale di una sottocultura sportiva

Scontri prima di Inter-Napoli, un morto e quattro feriti

Scontri prima di Inter-Napoli, un morto e quattro feriti

Milano, 31 dicembre 2018 - «Quanto avvenuto a Milano ha avuto grande risonanza ed è quindi idoneo a scatenare azioni simili e anche episodi di rappresaglia e di conseguenza si pone a un livello molto elevato di gravità, ben superiore a quello di una comune rissa». È uno dei passaggi-chiave dell’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari Guido Salvini ha convalidato gli arresti di Francesco Baj, Luca Da Ros e Simone Tira e disposto per tutti e tre la misura della custodia cautelare in carcere. In cella resta, quindi, anche il 21enne dei Boys che, con le sue dichiarazioni, ha contribuito a delineare con più precisione i dettagli dell’aggressione finita con il ferimento di 4 persone e la morte di Daniele «Dede» Belardinelli, l’ultrà del Varese falciato da un’auto poi scomparsa nel nulla.

«È ormai pienamente ricostruita la dinamica dell’azione – si legge ancora nel provvedimento del giudice –. Gli appartenenti ai più importanti gruppi ultrà legati all’Inter, e cioè Irriducibili, Boys e Viking, dopo una sosta al Baretto nei pressi dello stadio, luogo abituale di ritrovo, si sono concentrati presso il pub Cartoon’s sito in via Emanuele Filiberto».  A quel punto, «i livelli superiori delle organizzazioni che controllano la curva hanno dato disposizioni in merito al luogo dove tutti dovevano portarsi». In particolare, «tali disposizioni sembrano essere state comunicate agli autisti, ciascuno dei quali con un’autovettura aveva il compito di portare quattro o cinque giovani sul luogo doveva essere portato a termine l’agguato». In sintesi, «un’azione militare preordinata», pianificata con diversi giorni d’anticipo.

«Giunti in via Fratelli Zoia – prosegue il giudice – i partecipanti all’azione hanno trovato nel parchetto del Fanciullo, già pronti in un sacco, i bastoni da usare. Si sono quindi appostati lungo il muraglione posto all’angolo tra via Fratelli Zoia e via Novara e a un segnale convenuto, che segnalava l’arrivo della colonna dei furgoncinim dei tifosi del Napoli, hanno mosso l’attacco invadendo la platea stradale di via Novara e lanciando contro i napoletani oggetti contundenti e ingaggiando scontri fisici».

Purtroppo, chiosa Salvini, «nessuno degli attuali indagati sembra aver assistito direttamente al momento in cui Belardinelli è stato travolto da una vettura, forse un Suv o una monovolume (dovrebbe trattarsi di un’Audi modello A3 di colore scuro, ndr), che, sorpassando a sinistra alcuni furgoncini della colonna napoletana, aveva investito il giovane più o meno al centro della platea stradale di via Novara». Il conducente del veicolo non è stato ancora individuato dagli investigatori della Digos. Ieri Vincenzo Belardinelli, padre della vittima, ha lanciato un appello al pirata della strada: «Chi era alla guida si costituisca, lo faccia per noi e per l’uomo che ha ucciso, mio figlio: non aspetti che la polizia lo trovi, perché tanto lo troveranno, sono sicu

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