NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, sciopero dei vigili a Sant’Ambrogio. Le strade sono due: rinvio a un’altra data o precettazione

In Prefettura si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza: la polizia locale è necessaria il 7 dicembre, al via le procedure per uno stop della protesta dei ghisa

I nuovi agenti della polizia locale all’ultima festa del Corpo in piazza Duomo

Milano – Della polizia locale non si può fare a meno, soprattutto il 7 dicembre. Si parte da questo punto fermo, condiviso ieri mattina al tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto a Palazzo Diotti dal prefetto Renato Saccone. Sulle procedure formali che quasi certamente porteranno allo stop dello sciopero dei ghisa, indetto da tutte le sigle sindacali di categoria, si ragionerà nei prossimi giorni. Due le ipotesi in campo: il differimento della protesta a un’altra data o la precettazione dei vigili.

Il Comune ha fatto sapere di aver interpellato la Commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali per capire se l’agitazione sia stata proclamata con le modalità giuste e nei tempi corretti; il responso dovrebbe arrivare entro oggi. In caso di risposta affermativa, come pare probabile, i vertici di corso Monforte si sono riservati un ulteriore passaggio con i delegati della polizia locale. Dopo quel confronto, che avverrà giocoforza in tempi strettissimi visto l’approssimarsi del 7 dicembre e dei suoi eventi (la consegna degli Ambrogini e la Prima della Scala), arriverà la decisione finale, che potrebbe tradursi in un rinvio della mobilitazione in un momento meno "delicato" per la vita cittadina.

Del resto, c’è un precedente datato 2018. Anche in quell’occasione, il Sulpl scelse il giorno di Sant’Ambrogio per protestare contro l’introduzione del badge per la rilevazione della presenza. E il prefetto Saccone, appena insediatosi a Palazzo Diotti, dispose il differimento dello sciopero. Cinque anni dopo, potrebbe riproporsi lo stesso scenario.

Il motivo del muro contro muro tra amministrazione e ghisa è arcinoto. Palazzo Marino ha intenzione di rimettere mano al contratto decentrato datato 2002, modificando parzialmente le clausole che normano i turni. Oggi gli agenti smettono di fare la sera al raggiungimento della somma di 70 tra età anagrafica e anzianità di servizio; stesso discorso vale per le notti, con la differenza che la quota si abbassa a 60. L’obiettivo dichiarato del Comune è quello di introdurre un criterio solo anagrafico per gli assunti post 2017 (notti fino a 47 anni e sere fino a 52), così da triplicare le pattuglie in strada negli orari più critici (da 10 a 30 di sera e da 5 a 15 di notte).

A valle di una trattativa mai decollata, il 10 novembre il comandante Marco Ciacci ha inviato ai sindacati un’informativa in cui si spiega che c’è tempo fino al 31 gennaio 2024 per trovare un accordo e che in ogni caso alcune clausole dell’accordo siglato in epoca Albertini verranno sostituite unilateralmente il 13 febbraio con le nuove disposizioni organizzative dell’amministrazione. Un ultimatum che ha fatto infuriare i delegati e che ha generato prima lo stato di agitazione della categoria e poi un doppio sciopero nella stessa giornata: prima il Sulpl, poi confederali e Csa.