REDAZIONE MILANO

Negozi Disney, sciopero generale sabato 29 contro la chiusura

L’azienda ha comunicato venerdì 21 maggio la chiusura di tutti i punti vendita in Italia: 230 famiglie nello sconforto

Un punto vendita Disney store al centro commerciale

Sarà sciopero generale sabato 29 maggio per i dipendenti di tutti i negozi Disney della Lombardia che si asterranno dall’interno turno. Si terrà inoltre un presidio davanti allo store della multinazionale statunitense di Corso Vittorio Emanuele a Milano, dalle 10 alle 12. Ad annunciarlo è la Filcams Lombardia. L’azienda ha comunicato  venerdì 21 maggio la chiusura di tutti i punti vendita in Italia. “I suoi store - commentano dalla Filcams - sono stati luoghi di aggregazione per bambini e famiglie. Oggi Disney cambia volto e diventa responsabile di lasciare a casa 250 lavoratori, di cui 49 a Milano, 14 a Bergamo e 2 a Brescia”.

Lo scenario che si sta delineando “è inquietante per le lavoratrici e i lavoratori che hanno creduto in questa azienda - proseguono - l’abbandono dei negozi fisici da parte di Disney in favore del commercio online sta avvenendo dopo che la stessa società ha usufruito nei mesi scorsi dei soldi pubblici della cassa integrazione in deroga, cosa che ha già penalizzato i dipendenti nelle loro buste paga”. Il tutto, concludono dalla Filcams, “da parte di un’azienda che non si trova certo in crisi dal punto di vista del fatturato”. 

 “Non gioco più, me ne vado“, era stato lo slogan scelto per lo sciopero e sit-in dei lavoratori dei Disney Store nel territorio, che  a Roma è stato proclamato dalle 9.30 alle 12.30, con presidio a Piazza Montecitorio, nell’ambito della protesta indetta a livello nazionale. «Un marchio che fa del lieto fine il suo punto vincente non può gettare nello sconforto centinaia di lavoratori, 51 soltanto a Roma, chiudendo i punti vendita in modo inaccettabile».  Nel corso dell’assemblea nazionale dei lavoratori, è emersa un’enorme preoccupazione e tensione. Soltanto sul territorio 51 famiglie sono state gettate nel più totale sconforto.

«Stiamo parlando di un marchio importante e famoso su scala globale e che a nostro parere non può e non deve abbandonare i suoi lavoratori a se stessi. Per parte nostra - concludono - non ci fermeremo finché la nostra voce non sarà ascoltata, e faremo tutto il possibile affinché le Istituzioni nazionali, insieme a quelle locali si interessino alla vicenda, richiamando l’azienda alla responsabilità sociale di impresa e sostenendo il comparto del commercio insieme ai suoi lavoratori».