Sciopero contro la guerra (e per il welfare Sea)

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Il corteo è partito ieri mattina da largo Cairoli, per arrivare sotto la sede di Assolombarda in via Pantano. Circa duemila persone, secondo il bilancio dei sindacati di base, hanno partecipato alla manifestazione nella giornata di sciopero generale "contro la guerra e l’invio di armi all’Ucraina e contro le scelte del Governo Draghi". Si sono registrati alcuni disagi alla circolazione, in particolare sulla linea gialla della metropolitana e sui mezzi di superficie.

Una mobilitazione promossa da tutte le sigle sindacali di base (Cub, Usb, Usi, Cobas e Slai Cobas) per chiedere, tra le altre cose, "aumenti salariali per coprire il crescente costo della vita, cancellazione dei contratti precari e stop al lavoro obbligatorio nei festivi, ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza che garantiscano reddito continuo e dignitoso, stop alle spese militari e all’invio di armi". Alle ragioni della protesta nazionale si sono aggiunte anche rivendicazioni più locali, come il braccio di ferro con Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, sul welfare aziendale per i dipendenti.

Sempre ieri i sindacati di base Usb, Flai e Adl hanno proclamato una giornata di sciopero di 24 ore del personale Sea. Accusano la società controllata dal Comune di Milano di voler smantellare l’associazione Noi Sea, nata nel 2012 per promuovere iniziative a favore dei dipendenti, come centri estivi per i bambini o sostegno alle spese familiari.

"L’associazione non è più nelle condizioni di garantire ai lavoratori servizi e welfare – spiegano i sindacati – i centri estivi con fatica rimangono attivi ma a causa dei costi proibitivi per i dipendenti di fatto non sono fruibili e le famiglie si devono arrangiare in altro modo".

Andrea Gianni

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