Milano, schiaffi alla maestra del figlio

La mamma del piccolo studente è entrata nell'edificio dicendo di avere un colloquio con l'insegnante

Un'insegnante

Un'insegnante

Milano, 19 maggio 2018 -  «Questo è per quello che hai fatto a mio figlio». Poi schiaffi, calci, tirate di capelli alla maestra, davanti a una classe di bimbi di 10 anni. Con le botte una mamma di 40 anni ha voluto vendicare ieri suo figlio di 8 anni perché «quella maestra che per un’ora ha fatto supplenza nella classe di mio figlio - spiega al Giorno - lo ha stretto per un braccio e lo ha graffiato venerdì 4 maggio. La scuola non ha preso provvedimenti. Avrei voluto parlare con l’insegnante, però mi è stato tenuto nascosto persino il nome. Ma appena l’ho scoperto sono andata a cercala, per farmi giustizia da sola».

Ieri mattina è entrata a scuola (un istituto statale di periferia), dicendo alla commessa nell’atrio di avere un colloquio. Quindi è riuscita a raggiungere l’aula dell’insegnante, una quinta elementare, e davanti agli alunni l’ha aggredita. Finché è stata allontanata dai commessi. La maestra, 40 anni, non ha voluto chiamare l’ambulanza. Poi la mamma ha sporto denuncia ai carabinieri, per i graffi sul braccio del figlio. La maestra sporgerà a sua volta denuncia contro la mamma per l’aggressione. Il comportamento della mamma è ritenuto «inqualificabile». «È entrata a scuola raccontando una menzogna, dicendo a una commessa di avere un colloquio - sottolinea la dirigente scolastica - e ha urlato davanti ai bambini. Poi, sempre davanti ai bambini, ha picchiato la loro insegnante».

Ma cosa è successo il 4 maggio? Ci sono due versioni. La mamma sostiene che «la maestra ha stretto il braccio di mio figlio, che è un bambino molto vivace, seguito dai Servizi sociali, per tenerlo fermo. Gli affondava le unghie nonostante i suoi lamenti. Lui si era agitato dopo aver saputo che non sarebbero andati in ludoteca». La scuola invece riporta un’altra versione: «Il bimbo soffre di un disturbo oppositivo-provocatorio. Quel giorno si stava azzuffando con un compagno e la maestra è intervenuta per separarli. Lo ha allontanato per proteggerlo, il bambino ha cercato di morderla e l’ha presa a calci. E nella concitazione si è ferito, graffiandosi».

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