Scatta la rete dell’accoglienza: spalanchiamo le braccia ai profughi

La parrocchia insieme a Comune, Sercop, Caritas, associazioni e privati in campo con gli aiuti. Donne e bambini, ospiti di Casa Betel, presentati con un video sulla pagina Facebook dell’oratorio

di Roberta Rampini

Apre le porte di Casa Betel e allarga le braccia all’accoglienza dei profughi ucraini. La parrocchia di Rho mette in campo energie, luoghi e volontari, per accogliere donne e bambini che scappano dalla guerra. Ma non da sola, insieme al Comune di Rho, Sercop, alla Caritas, alle associazioni di volontariato e privati. "In questi giorni ho visto la stessa disponibilità conosciuta nel primo lockdown di due anni fa per l’emergenza sanitaria da Covid-19, le forze che abbiamo messo insieme sono davvero tante - dichiara don Gianluigi Frova, prevosto della città -. Questa volta la finalità è l’accoglienza dei profughi che hanno già qualche familiare o persona di riferimento nella nostra città, per poter creare una rete di aiuto e di socialità che favorisca fin da subito una integrazione sul territorio". Da alcuni giorni sono arrivati in città i primi profughi ospiti di casa Betel, la struttura che si trova al primo piano dell’oratorio San Carlo. Sono donne e bambini che don Alberto Rivolta ha voluto presentare a tutti con un breve video pubblicato sulla pagina Facebook dell’oratorio. Il coordinamento di tutto il progetto è affidato allo Sportello gestito da Sercop che coordina l’arrivo dei profughi, si occupa dei documenti necessari e degli aspetti sanitari, sta raccogliendo le adesioni dei privati ad accogliere profughi in casa o mettere a disposizione appartamenti liberi. "Siamo riusciti in pochissimo tempo a a mettere in moto una macchina di raccolta e distribuzione di generi alimentari e altri beni di prima necessità in tre Hub Caritas della città, il primo nella sede di largo don Rusconi, il secondo nella parrocchia di Mazzo (chiesa Nuova) il terzo in via Giusti al Centro di solidarietà - aggiunge il prevosto -. Il materiale raccolto non è solo per i profughi di Casa Betel ma anche per le famiglie che li ospiteranno". Anche le scuole hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i bambini in aula per favorire la socializzazione.

All’insegnamento della lingua italiana ci penseranno i volontari del doposcuola Portofranco e dell’oratorio San Pietro. Italiano, ma non solo, l’istituto musicale Rusconi sta organizzando corsi musicali gratuiti. "Sono molto orgoglioso di tutti questi gesti concreti di solidarietà e della grande risposta da parte dei volontari - conclude don Frova - che vanno di pari passo con la preghiera insieme a loro, per loro che sono in Italia e per i loro famigliari che sono nelle zone di guerra". Nella "rete" di aiuti c’è ancora spazio, si cercano autisti, interpreti, insegnanti d’italiano, volontari per l’animazione e per favorire occasioni di integrazione in città. Gradite anche le donazioni per sostenere le altre spese. Tre i conti correnti per le offerte, quello aperto dal Comune, quello della Caritas cittadina e infine della Caritas Ambrosiana.

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