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In carcere per violenze e maltrattamenti minaccia vendetta: è sorvegliato speciale

L'uomo è stato scarcerato, ma negli ultimi tempi a Bollate ripeteva di volersi vendicare anche contro l'assistente sociale che aveva seguito il caso

Violenza e abusi

Milano, 26 maggio 2020 - Sorveglianza speciale per un detenuto di 45 anni, in carcere dal 2014 per violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia, scarcerato lo scorso febbraio. L'uomo, che aveva abusato sessualmente della figlia adolescente, era stato condannato per i violenti maltrattamenti per anni nei confronti della ex moglie e degli altri cinque figli minori: in un'occasione avea addirittura lanciato un coltello da cucina all'indirizzo di una delle figlie, colpendo alla tempia e ferendo la bambina più piccola. Condannato a sette anni e quattro mesi di reclusione nel 2014, poco prima della scarcerazione dal carcere di Bollate, aveva manifestato sentimenti di vendetta nei confronti della ex moglie e dei figli, nonché verso l'assistente sociale che al tempo aveva fatto partire le indagini, dicendo frasi del tipo: "Al massimo un paio di giorni e torno in carcere: il tempo di ubriacarmi e uccidere qualcuno''. Da qui, la decisione di applicare la sorveglianza speciale. 

I poliziotti della Divisione anticrimine della questura hanno acquisito informazioni dagli psicologi che avevano trattato il soggetto in carcere e avevano segnalato negli ultimi tempi un certo nervosismo dell'uomo. In un colloquio, ad esempio, aveva riferito di non voler andare a dormire in un dormitorio o su un cartone, preferendo ritornare in carcere ''anche con una condanna all'ergastolo''. Tutti questi elementi hanno consentito l'applicazione della misura di prevenzione che, oltre a consentire un maggiore controllo, ora gli proibisce di avvicinarsi all'ex moglie, ai figli e all'assistente sociale, e di comunicare con loro, con qualsiasi mezzo, potendo essere arrestato in caso di violazione, oltre all'invito a sottoporsi a un percorso di recupero.