Prima Scala Milano, polemica Sgarbi: "Basta stranieri". E Meyer: "Che pena"

Il sottosegretario alla Cultura: "In un simbolo assoluto del Paese ci vuole un sovrintendente italiano". Il francese: "Mi fa pena essere considerato adesso come un cattivo straniero che non sa fare il suo lavoro"

Milano, 7 dicembre 2022 - Polemica a distanza in occasione della Prima della Scala, tra Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, e Dominique Meyer, sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala. Così, ieri, Sgarbi: "Da troppi anni il sovrintendente è straniero". Così, oggi, Meyer: "Per la prima volta ho sentito questa parola dura, 'straniero'. Mi ha fatto pena".

L'attacco di Sgarbi

"Il problema è l'equa distribuzione dei fondi, insufficienti per il rispetto dei dipendenti e delle maestranze, mentre i costi di regie faraoniche e incontinenti - ha aggiunto - sono sproporzionati, e le produzioni limitate alla sola Scala, senza condividere i costi con altri teatri, pure enfatizzando il mirabile magistero di registi stranieri". Sgarbi ha iniziato così il suo "j'accuse". Straniero, evidentemente, anche il francese Meyer. "Sarà opportuno quindi - ha proseguito - ripensare al rapporto tra il teatro, la creatività e il popolo, e anche valutare l'indicazione di un nuovo sovrintendente. Attenzione: nulla contro gli stranieri. Ma per quel che riguarda due simboli assoluti dell'Italia davanti al mondo, due valori nazionali, gli Uffizi, dove pure ha operato un ottimo direttore tedesco, e la Scala, non s'intende perché non si possa, anzi non si debba, indicare un italiano. Ne ho parlato anche con Riccardo Muti, che vuole fermamente in Italia le spoglie del grande Cherubini, sepolto a Parigi, al Père Lachaise. Da troppi anni  il sovrintendente della Scala è uno straniero. Perché non il sindaco straniero, allora?".

La replica di Meyer

"Io non faccio commenti su questo, io sono in Italia da 30 anni e la prima volta che sono venuto alla Scala era il 1980. Non mi sono mai sentito uno straniero. E mi sento a casa laddove si fa cultura. Per la prima volta ho sentito questa parola dura, 'straniero', mi ha fatto pena. Io sono stato accolto qui sempre molto bene da 35 anni. Sono presidente di varie giurie e sono sempre stato accolto a braccia aperte. Mi fa pena essere considerato adesso come un cattivo straniero che non sa fare il suo lavoro. Sono 32 stagioni che dirigo l'Opera di Parigi, l'Opera di Vienna e adesso la Scala. Ho rispetto per questa persona che non conosco ma che credo non conosca il mio lavoro". Lo ha affermato il sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala, Dominique  Meyer, all'arrivo al Piermarini per la Prima dell'opera Boris Godunov interpellato sulle parole del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi.

Ancora Sgarbi: "Maleducato"

"Che Meyer sia un maleducato mi pare una buona ragione per valutare l'inopportunità che diriga la Scala. Io non faccio pena a nessuno. La questione è che per tre mandati la Scala è diretta da sovrintendenti stranieri, cosa che mi sembra singolare, come se in Italia non ci fosse nessuno", ha replicato ancora Sgarbi. "La parola pena applicata a me è talmente insolente che non mancherò di ricordarmene". Meyer "abbia rispetto per chi ha difeso le sue scelte e parli di pena per chi è malato, io non lo sono", ha aggiunto, sottolineando di aver posto "una questione generale" e "di ordine simbolico".

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