ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Santa Maria delle Grazie, i tavoli della discordia

Dehors vicino alla chiesa, è polemica: "Paesaggio deturpato". I titolari dei bar: abbiamo l’ok del Comune e il nulla osta dei frati

I dehors in piazza Santa Maria delle Grazie

Milano, 6 settembre 2020 - Scoppia la polemica per i tavolini all’aperto che sono apparsi a fianco della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Secondo i detrattori, molto attivi sui social, sedie e quattordici tavoli deturperebbero il paesaggio incantevole vicino alla piazza dove sorge la basilica appartenente all’ordine domenicano e il museo dell’Ultima Cena.

«Ma di cosa stiamo parlando? È una polemica inutile e pretestuosa», si difende Michele Venditti, uno dei soci del Caffè Le Grazie di corso Magenta. «Ai primi di luglio ho approfittato legittimamente della possibilità offerta dal Comune di ottenere velocemente la concessione per l’occupazione del suolo pubblico, con la temporanea sospensione della relativa tassa. Una boccata d’ossigeno – prosegue – visto che ho perso il 70% del fatturato, tra calo di turismo internazionale e impiegati in smart working. Ho fatto domanda, come molti, e ho atteso tutti i permessi prima di procedere. La polizia locale è venuta già due volte a verificare la regolarità della mia situazione». «Sono state dette molte imprecisioni», continua Venditti. «Si è detto che i tavolini sono sul sagrato, ma non è vero. Infatti il sagrato è lo spazio di terreno davanti all’entrata della basilica ed è di diretta pertinenza della Chiesa. I miei dodici tavolini, in stile sobrio, li ho messi invece sul suolo pubblico, lungo un passaggio pedonale di pertinenza del Comune. Sui social hanno scritto che avrei rovinato l’aspetto della piazza. Ma quando mai? Non ci sono mica gli ombrelloni delle marche dei gelati. I pochi turisti che sono tornati a Milano apprezzano molto di potersi sedere fuori. I residenti? Finora nessuno è venuto dal sottoscritto a lamentarsi. Per inciso, ho avuto anche il nulla osta dai frati domenicani».

Poco più avanti c’è Casa degli Atellani, museo e storica dimora privata che ospita la «Vigna di Leonardo». La proprietà è stupefatta per il polverone che si è sollevato. Peraltro, nel loro caso, si tratta solo di due tavolini messi all’esterno: «Abbiamo sia i permessi del Comune che il nulla osta dei domenicani», fanno sapere.