
Da destra Andrea Mentasti, Roberto Maroni e il sottosegretario Gustavo Cioppa
Milano, 14 luglio 2016 - Ieri la commissione Sanità del Pirellone ha dato il via libera al regolamento della nuova Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo, detta Acss. Che la sanità lombarda debba essere controllata meglio l'ha ribadito da poco la Corte dei conti, specificando che più dei nuovi organismi controllori, creati dalla Regione spesso a seguito di arresti eclatanti, è necessario coordinare i controlli che già esistono, per combattere non solo la grande corruzione ma anche i piccoli "episodi di malpractice" che drenano denaro pubblico destinato alla cura dei lombardi. Pare la fotografia dell'Acss, che avrà sì, tra i suoi compiti, quello di valutare le procedure per gli appalti, ma anche, ad esempio, la creazione di sistemi di monitoraggio delle performance delle aziende pubbliche e private che lavorano per il sistema sanitario regionale. E l'Agenzia è nuova sì, ma mica tanto: la riforma della sanità lombarda l'ha istituita per legge regionale più di undici mesi fa, l'11 agosto del 2015.
Ma potrà davvero partire solo quando la Regione licenzierà definitivamente una delibera del 27 giugno, che adesso torna in Giunta dopo aver incassato, ieri, il parere favorevole del Pirellone, con l'astensione del 5 Stelle e alcune osservazioni aggiunte dal Pd, che ha chiesto garanzie specifiche sull'invio dei dati all'Agenzia da parte delle nuove aziende sanitarie Asst e delle Ats che hanno sostituito le Asl, e anche di non trasferire la struttura dal Pirellone dov'è ora. Sarebbe il terzo trasloco per l'Acss, che sarà operativa solo dopo l'estate.
Dire che è una corsa contro il tempo può sembrare strano, ma è esattamente quel che hanno spiegato i suoi vertici mercoledì 6 luglio, quando sono stati ascoltati dalla commissione: Giovanni Bladelli, presidente del Comitato di direzione scelto dalle opposizioni e insediatosi il 5 febbraio, e il direttore generale Andrea Mentasti, nominato dal governatore Roberto Maroni a novembre 2015. Ma solo dal 27 giugno, spiegava il dg, "ho l'autonomia finanziaria per firmare i contratti. E non posso ancora usare i soldi, abbiamo scoperto che serve un'autorizzazione della Banca d'Italia". Peraltro il budget di 1,4 milioni di euro per il 201 6 (a regime saranno 2,8 milioni l'anno), approvato con l'atto costitutivo dell'Agenzia il 21 marzo, "data la situazione sarà sicuramente superiore alle effettive necessità", sospirava Bladelli. E spiegava perché ci stiano mettendo tanto, a "costruire una nuova amministrazione pubblica da zero".
Così l'ha disegnata sulla carta la riforma del welfare lombardo, voluta anche dalle opposizioni che in cambio del suo "rafforzamento e autonomia" rinunciarono all'ostruzionismo in aula. Ma tra l'approvare di un "ente di diritto pubblico dotato di autonomia amministrativa, organizzativa, finanziaria e contabile" e il farlo ci son già stati di mezzo quarantuno "adempimenti" in quattro mesi, elenca Mentasti: dalla nomina del collegio sindacale (che ha partecipato a tutte le sedute del Comitato di direzione, riunitosi sette volte da febbraio oltre agli incontri con dirigenti regionali) all'attivazione del conto corrente della tesoreria; dall'iscrizione nell'indice delle pubbliche amministrazioni ai regolamenti di contabilità e bilancio, per l'acquisizione di beni e servizi, per il personale, per gli incarichi di consulenza da attivare "non a breve", precisa Bladelli.
Perché la scelta, sull'organico che arriverà a 25 persone, è di ricorrere al "comando" di personale da aziende sanitarie lombarde e del sistema regionale almeno nei primi tre anni in cui l'Agenzia sarà sperimentale. La gestione delle paghe invece sarà esternalizzata ma sempre "in casa": è stata affidata all'Ats Metropolitana di Milano. A regime l'Acss avrà otto dirigenti di cui 4 medici, un tecnico informatico e tre amministrativi, e 16 tra operatori sanitari, tecnici, amministrativi. Al momento, oltre al dg Mentasti e ai tre del Comitato di direzione (con Bladelli ci sono Marino Nonis e Francesco Ceratti) può contare su un dirigente e un funzionario amministrativo distaccati dalla Giunta a fine febbraio, e solo da maggio anche su un medico addetto ai controlli e un dirigente amministrativo addetto agli appalti comandati da altrettante Aziende socio-sanitarie territoriali lombarde, ma part-time. A fine giugno sono stati pubblicati due avvisi pubblici: si cercano sette dirigenti e altrettanti non dirigenti disponibili a trasferirsi da altri enti regionali all'Agenzia. Mentasti ha già ricevuto una lettera di un sindacato che protesta perché ritiene sia stato "escluso il personale del Pirellone". "Se non riusciamo a chiudere i bandi per fine luglio, in modo da avere il personale a settembre, avremo buttato il 2016 nel cestino", chiarisce.
Dopo l'estate è già in programma una riunione per affrontare un altro scoglio, mica piccolo: iniziare a confrontarsi con il Comitato per la legalità e la trasparenza dei contratti pubblici (pre-esistente all'Agenzia), con l'Agenzia per la promozione del sistema sociosanitario lombardo (partorita anche lei dalla riforma), e con l'ultima nata Arac, l'Anticorruzione regionale voluta da Maroni un mese dopo l'arresto di Fabio Rizzi (l'ex presidente della commissione Sanità e co-autore della riforma), sulla quale pendono peraltro le modifiche chieste dal Governo per evitare sconfinamenti nel campo dell'Anac di Raffaele Cantone. Anche in Lombardia, temono i vertici di Acss, con tutti questi controllori potrebbero esserci sovrapposizioni sulle attività che l'Agenzia è chiamata a compiere.