Arnaldo Liguori
Editoriale e Commento

Il sindaco dimenticato

Nell’astensionismo crescente, ci stiamo scordando che la politica si consuma sotto casa

Il 25 e 26 maggio si vota in 18 comuni della Lombardia

Il 25 e 26 maggio si vota in 18 comuni della Lombardia

In diversi comuni della Lombardia (Milanese compreso) si vota per eleggere il sindaco. E mentre al bar si discetta su grandi manovre e strategie globali, c’è il rischio di dimenticare che la politica vera si consuma sotto casa. Il primo cittadino, figura che un tempo mobilitava le piazze, tende ormai alla trasparenza e raramente – per usare un eufemismo – scatena passioni (riposino in pace Don Camillo e Peppone).

Eppure è proprio lui che spesso decide se domattina troveremo una buca riparata, se nostro figlio avrà una scuola decente, se il parco sarà illuminato la sera e presidiato dalla polizia locale. Ed è all’amministrazione comunale che compete gestire bazzecole come la raccolta dei rifiuti, le case popolari e gli spazi pubblici: insomma, molte delle cose che determinano se una giornata sarà buona o cattiva.

Negli anni Novanta, gli italiani si sono battuti per ottenere il diritto di eleggere direttamente i propri sindaci – prima nominati dai partiti – perché erano convinti che il potere locale dovesse tornare al popolo. Fu salutata come l’unica vera riforma istituzionale degli ultimi trent’anni. Oggi quell’energia democratica si è spenta nell’indifferenza generale (vedasi i tassi di astensione elettorale). Non c’è quindi da stupirsi se, guardando le stelle, continuiamo a inciampare nelle buche.