MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Sala smentisce il Pd sul rimpasto: "Schiocchezza, non l’ha chiesto"

Il segretario Capelli ha detto che il partito avrebbe voluto un ricambio ampio nella Giunta comunale. Ma il sindaco nega e rilancia: "I dem vogliono sostituire i loro stessi assessori? Io, invece, li difendo".

Sala smentisce il Pd sul rimpasto: "Schiocchezza, non l’ha chiesto"

"Il Pd ha chiesto un rimpasto ampio di Giunta? È una sciocchezza". Il sindaco Giuseppe Sala liquida con queste parole la ricostruzione offerta mercoledì dal segretario metropolitano del Pd Alessandro Capelli ai componenti della segreteria dem sulle (presunte) trattative con il primo cittadino sul riassetto dell’esecutivo di Palazzo Marino. Capelli ha detto ai suoi di aver chiesto "un rimpasto ampio" a Sala, non solo la sostituzione dell’assessore uscente Pierfrancesco Maran, eletto al Parlamento europeo. Ma il sindaco ha deciso diversamente, puntando sull’avvocato ed ex presidente della Compagnia delle Opere Guido Bardelli come nuovo assessore alla Casa e ridistribuendo qualche delega agli assessori Emmanuel Conte e Gaia Romani. Stop.

Niente rimpasto ampio, niente svolta per la squadra di Sala in vista delle elezioni comunali del 2027. Il numero uno di Palazzo Marino ha confermato tutti, considerando che anche alle ultime Europee il centrosinistra ha raccolto la maggioranza dei consensi dei milanesi e ignorando chi gli faceva notare che la Giunta avrebbe avuto bisogno di qualche nuovo ingresso per rilanciare l’azione politica dell’amministrazione su alcuni temi. Una richiesta, quest’ultima, che secondo Capelli i democratici milanesi hanno avanzato a Sala nella fase pre-rimpastino. Una ricostruzione che però – come anticipato ieri dal Giorno – il sindaco contesta: "Se il Pd mi ha chiesto un rimpasto ampio? Assolutamente no". E ancora, velenoso nei confronti dei vertici milanesi del partito di Elly Schlein, Sala aggiunge: "Se il Pd volesse ancora oggi un rimpasto più ampio, la prima cosa che deve fare è chiamare i singoli assessori del Pd e dire che vorrebbe cambiarli. Io li difendo. Se il Pd invece vuole metterli in discussione lo faccia, ma parli con loro". Come dire che non è il sindaco a contestare l’operato degli assessori comunali, in particolare di quelli dem, ma semmai il Pd milanese, in caso di richiesta di rimpasto ampio di Giunta. Tant’è. Capelli preferisce non replicare alle parole di Sala. In fondo ormai la sostituzione Maran-Bardelli è avvenuta e alimentare una polemica con il sindaco sarebbe forse controproducente. Il Pd, a questo punto, guarda avanti. L’obiettivo finale è rivincere le elezioni comunali, quando, nel 2027, il candidato sindaco non sarà più Sala, che tra due anni e mezzo avrà esaurito il suo secondo e ultimo (per legge) mandato.

L’ultima nota riguarda la corsa per la presidenza dell’Anci, l’Associazione nazionale Comuni italiani. I primi cittadini devono trovare il sostituto di Antonio Decaro, l’ormai ex sindaco di Bari eletto nel Parlamento europeo lo scorso 9 giugno. Sala è inserito nella rosa dei papabili come nuovo numero uno dell’Anci. Ma lui frena, almeno per ora: "No, non sono in corsa, sto pensando a Milano e poi vedremo ma in questo momento abbiamo talmente tanti problemi a Milano che è meglio che io sia concentrato su questo".