ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Rsa sotto accusa, chi denuncia viene punito: "Decine di procedimenti disciplinari"

Il report di Amnesty International svela le intimidazioni contro gli operatori sanitari durante la pandemia Un terzo denuncia un clima di paura e ritorsioni, con contratti precari

La presentazione della ricerca alla Casa della Cultura con Amnesty e il sindacalista Usb

Milano - Operatori sanitari e sociosanitari impiegati nelle strutture residenziali per anziani che avevano segnalato le condizioni di lavoro durante la pandemia sono stati sottoposti a procedimenti disciplinari iniqui e sono andati incontro a ritorsioni da parte dei datori di lavoro. È quello che è emerso da una ricerca di Amnesty International: “Messi a tacere e inascoltati in piena pandemia“, presentata ieri in un incontro pubblico promosso da Usb Lombardia alla Casa della Cultura di Milano.

«Operatrici delle Rsa e sindacati sono stati messi a tacere dai loro datori di lavoro quando hanno cercato di esprimere preoccupazione sul trattamento degli ospiti anziani e sulla propria sicurezza, a partire dalla mancanza dei dispositivi di protezione individuale. Hanno subito un clima di ritorsione e di paura, sono stati sospesi dal lavoro e in alcuni casi anche licenziati", spiega Marco Perolini, ricercatore di Amnesty International che ha realizzato il report con Debora Del Pistoia. Per condurre la sua ricerca, tra febbraio e agosto del 2021 Amnesty International ha parlato con 34 tra professionisti e operatori in servizio nelle Rsa durante la pandemia.

Ne è emerso un quadro di un settore ad alta presenza femminile (circa l’85%) e sotto alta pressione a causa della mancanza di personale, degli stipendi bassi e delle pericolose condizioni di lavoro: "Circa il 75% del personale socio sanitario delle Rsa non è dipendente delle strutture ma impiegato in cooperativa, è in somministrazione o partita Iva" ha aggiunto Perolini. Pietro Cusimano, di Usb Lombardia, ha denunciato "la forte precarizzazione del settore".

Un terzo delle persone intervistate da Amnesty durante la sua ricerca ha denunciato un clima di paura e di ritorsioni sul posto di lavoro. Gli avvocati hanno riferito oltre dieci casi di procedimenti disciplinari e di licenziamenti, riguardanti anche rappresentanti sindacali che avevano denunciato la mancanza di adeguate misure di sicurezza e questo nonostante la legge sul "whistleblowing", entrata in vigore nel 2017.

Nel rapporto sono stati intervistati anche lavoratori socio sanitari impiegati con cooperative: "Si sono descritti come “tappabucchi“ dovendo lavorare in diverse strutture e reparti, sia Covid che non Covid. Questa situazione, collegata alla mancanza di dispositivi, ha contribuito a un tasso di morbilità e mortalità altissima sia fra gli anziani ospiti delle Rsa che fra i lavoratori", sottolinea il ricercatore di Amnesty. Amnesty International ha chiesto al parlamento di istituire una commissione indipendente d’inchiesta sulla situazione delle Rsa "per evitare che gli errori del passato si ripetano nel futuro", ha rimarcato la ricercatrice Debora Del Pistoia.