
L’Uovo di Pasqualino Conti nel cortile di Brera. In alto, l’artista con la sua opera
Rozzano (Milano) – Anche oggetti di uso comune possono assurgere al ruolo di opere d’arte. Un concetto che avevano già veicolato le avanguardie artistiche del Novecento, con opere come “la bicicletta” e “l’orinatoio” di Marcel Duchamp. Oggi a Rozzano c’è chi ripropone, in una chiave nuova e ironica, quel messaggio, con realizzazioni che spingono a chiedersi: è arte, o provocazione? E così, anche la riproduzione di un grande uovo al tegamino può diventare una singolare scultura itinerante, da esporre nelle piazze e sulle rotatorie stradali per attirare lo sguardo dei passanti.
L’idea è del poliedrico Pasqualino Conti, 60 anni, rozzanese, infermiere di professione e creativo nel tempo libero. Ideatore dell’arte “presa in giro”, dove anche gli oggetti abbandonati, apparentemente inservibili, possono essere rivisitati nel segno della libera espressione, si propone ora al pubblico con la sua ultima trovata, “l’uovo Pasqualino”. Una singolare performance che può essere spostata da un luogo all’altro e si presta sia ad una fruizione mordi e fuggi che a una riflessione.
“In un primo momento ho costruito l’uovo con mezza sfera di plexiglass, un bicomponente schiumoso e una resina, ma si trattava di materiali poco resistenti. I bambini ci saltavano sopra e lo danneggiavano. Perciò ho optato per una base di legno, polistirolo, fibra di vetro e resina – racconta l’artista -. All’inizio ho provato a installarlo sulle rotatorie stradali, ma quando ho notato un’automobilista che, pur di fotografare l’uovo, ha percorso due volte la rotonda e si è messa a frugare nella borsa per estrarne il cellulare, ho realizzato che poteva essere pericoloso per la circolazione e ho scelto altri contesti”.
Così, la performance è approdata, tra l’altro, sul sagrato del Duomo e all’esterno della Triennale di Milano, nel cortile di Brera. “Dopo aver posizionato la scultura – racconta Conti -, mi metto in disparte e osservo le reazioni dei passanti. I bambini sono entusiasti, pensano sia un gioco. Gli adulti? Sorridono. Molti rivolgono lo sguardo verso l’alto: forse pensano che l’uovo sia piovuto dal cielo”.
L’eclettico rozzanese aggiunge perciò un nuovo tassello alla sua “arte presa in giro”. E così, se capita d’imbattersi in una scultura avvolta in un sacco nero dell’immondizia, o in una scritta, su un’intersezione stradale, “belle curve in bella rotonda”, si sappia che di lì è passato Pasqualino Conti.