REDAZIONE MILANO

Rogo in casa, muore una donna

Via Stephenson, forse la causa è una sigaretta. La 36enne, con problemi di salute, è rimasta in trappola

Le finestre al piano rialzato della palazzina interna, affacciata sul cortile del condominio di via Stephenson 16, tra Quarto Oggiaro e zona Certosa, a pochi passi dallo svincolo autostradale, sono spalancate. Da fuori si vedono solo muri anneriti mentre l’odore acre del fumo si avverte ancora, a distanza di ore dall’incendio divampato mercoledì alle 23. E’ morta una donna di 36 anni che non è riuscita a scappare via dalle fiamme diventate una trappola mortale. Era italiana, soffriva di problemi di salute.

"La conoscevamo tutti ma non andavamo al di là del saluto. Viveva qui da qualche anno. Prima, con la madre, in un appartamento al quarto piano. Poi si era trasferita da sola al piano rialzato, in un alloggio in affitto. Era una persona cordiale. In passato le erano capitati incidenti domestici; fumava molto, non escludo che il rogo si sia originato da una sigaretta dimenticata accesa da qualche parte", racconta una vicina.

Le cause, al momento, sono ignote e potranno essere chiarite dalle indagini di vigili del fuoco e polizia di Stato. L’allarme è scattato alle 23, quando alcuni residenti si sono accorti del fumo che fuoriusciva dalla porta di casa della trentaseienne: immediata la richiesta di aiuto, così in via Stephenson sono intervenute 4 squadre dei pompieri oltre al 118 e alla polizia. Ma per la donna che viveva lì non c’è stato nulla da fare: spento l’incendio è affiorato il suo corpo senza vita, carbonizzato. I vigili del fuoco hanno lasciato via Stephenson attorno alle 2, dopo aver messo in sicurezza i locali.

"Noi ci siamo accorti delle attività in corso per il viavai di mezzi ma non avevamo idea di cosa fosse successo. La donna la conoscevamo appena, solo di vista", racconta un abitante del palazzo di fianco. "Mi dispiace veramente tanto, perché la poverina non stava bene. Soffriva molto per via della sua salute", continua un’altra. Nel giorno dell’Epifania, il viavai al cancello è ridotto nel caseggiato che è composto da più fabbricati, con alcuni alloggi a disposizione per pernottamenti e affitti brevi. Molti inquilini sono stranieri.

Solo tre giorni prima, una disgrazia simile era accaduta in zona Trenno: nella loro casa di via Fratelli Rizzardi sono morti il quarantaseienne di origine peruviana Josè Gabriel Salazar Cordova e la compagna connazionale Carmen Julia Pumachares Hilarion, di 4 anni più grande. Deceduti per un incendio che stando ai primi accertamenti sarebbe stato innescato da alcune candele posizionate vicino al divano del salotto. Il fuoco si sarebbe autoestinto senza propagarsi al resto della casa, consumando però tutto l’ossigeno presente nell’abitazione. I due cadaveri sono stati trovati ai piedi del letto. Se l’è cavata invece la sessantaquattrenne che ha dovuto fare i conti, lo scorso 27 dicembre, con un rogo causato con tutta probabilità dalle luci dell’albero di Natale, andate in cortocircuito. Marianna Vazzana