Un post su Instagram, da Parigi, dove sta seguendo le Olimpiadi in qualità di assessora milanese allo Sport. Martina Riva sceglie la foto di Angela Carini, inginocchiata sul ring, subito dopo il suo ritiro dal match contro la pugile intersessuale algerina Imane Khelif, e scrive: "Lo sport è competere ad armi pari. Quelle non erano armi pari. Se il politicamente corretto invade lo sport, è la fine dello sport. O almeno di quello femminile".
Apriti cielo. Il Pd milanesi protesta, con varie voci, sotto il post della Riva, eletta nella lista Sala, esponente di una Giunta comunale progressista sempre vicina alle istanze del mondo Lgbtq+. Alcuni notano che la posizione dell’assessora è identica a quella espressa ieri dalla premier Giorgia Meloni ("Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili, non debbano essere ammessi alle gare femminili. E non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete a poter competere ad armi pari"). Sì, ad armi pari, la stessa espressione usata dalla Riva.
Uno dei primi a replicare al post dell’assessora è il segretario milanese del Pd Alessandro Capelli: "Assessora, ma perché sto post??". La posizione dei democratici è nettamente contraria alle parole della Riva. Il gruppo dem a Palazzo Marino, a metà pomeriggio, fa uscire una nota in cui si legge: "Invitiamo l’assessora Riva a rivedere le sue parole, espresse forse in maniera impulsiva sui social". Qualche militante chiede la testa dell’assessora, ma Capelli frena. Qualcun’altro scherza sulla presenza dell’assessora a Parigi: "Riva Droite", parafrasando la celebre espressione Rive Droite. Intanto i consiglieri dem attaccano anche singolarmente l’esponente della Giunta Sala. Monica Romano, trans, scrive: "Rimango sgomenta da un’assessora allo sport che pubblica un post degno di Eugenia Roccella". Michele Albiani, esponente dell’universo Lgbtq+ milanese, presidente della commissione Sicurezza del Comune, parla di "un post davvero inopportuno, figlio della disinformazione".
Un altro dem, Alessandro Giungi, dice "non condiviso assolutamente il post" mentre Simonetta D’Amico osserva che "l’atleta algerina è nata donna, e poi alle Olimpiadi ci sono delle regole e dei requisiti che vanno rispettati" e Natascia Tosoni scrive: "Politicamente corretto? Io non ho parole". La presidente del Municipio 8 Giulia Pelucchi taglia corto: "Dai assessora, non scherzare!". Il consigliere regionale Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli, prende in giro la Riva: "Salvini, restituisci subito l’account all’assessora e non ti permettere più di usare credenziali non tue. Maleducato".
Il centrodestra, intanto, difende Riva. Il consigliere forzista Alessandro De Chirico le scrive "brava" su Instagram, Marco Bestetti di FdI commenta "condivido". Sul ring della polemica politica scende anche il governatore lombardo e lumbard Attilio Fontana: "Possiamo tranquillamente dire che oggi le Olimpiadi sono finite KO".
Riva, in serata, precisa meglio il suo pensiero in una nota, ma nessun passo indietro: "Non voglio che il mio pensiero venga travisato. Mi sono espressa impulsivamente e frettolosamente sui social. Ho sempre lottato, e lotterò sempre per l’affermazione e il riconoscimento dei diritti delle donne e della comunità Lgbtqia+". E ancora: "Ho espresso un’opinione da cittadina. Ho sentito di fare una riflessione su regole che, ad oggi, sono molto discusse dal punto di vista sportivo, scientifico, etico. È certamente un tema molto sentito e divisivo, e ho sbagliato a liquidarlo in due righe. Io penso che, in casi come questo, accendere un riflettore su una questione, per poi discuterne liberamente e laicamente, non possa che fare bene".