GABRIELE; SIMONA VERCESI, STRADELLA
Cronaca

Ritardi, parole ma non cambia la sostanza

Gabriele

Moroni

Le parole contano deve avere pensato qualcuno in Trenord quando sono stati selezionati i nuovi annunci che si susseguono di fermata in fermata, tormentando i pendolari dei convogli regionali. Così il ritardo é stato debitamente trasformato in "Tempo di viaggio superiore a quello previsto", ammantando con un colpo di genio il disservizio di un alone di organizzazione di stampo svizzero. Mi domando se non sarebbe opportuno suggerire un annuncio per "Arrivo del convoglio a destinazione in serata" (spesso tarda, purtroppo), invece di lasciare il viaggiatore nella speranza che la dilazione del tempo di viaggio sia limitata a qualche decina di minuti.

Simona Vercesi, Stradella

Parole parole, gorgheggiava Mina e Alberto Lupo flautava tanti anni fa. Parole con cui si può giocare, giostrare, cambiare, modificare, trasformare tutto tranne che una cosa: la realtà. In questo caso la realtà dei ritardi dei nostri treni. Allora meglio la chiarezza, anche se indigesta. A proposito di parole offriamo a Simona, nostra affezionata corrispondente, quello che scriveva Eugenio Montale. La poesia è "Non chiederci la parola che squadri da ogni lato", con l’invito del poeta al suo interlocutore a meditare sulla crisi di certezze dell’uomo contemporaneo, che spesso cade nell’inganno di poter trovare nella parole una formula risolutiva ("la parola che squadri da ogni lato") o una spiegazione certa. Celebre il monito finale: "Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo". Vale anche per noi pendolari che "non siamo" e "non vogliamo" essere a disposizione di parole, formule, circonlocuzioni.

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