ANDREA GIANNI
Cronaca

Destino precario per il ristorante della Scala, l’eredità di Marchesi in crisi: ma ci sono prove di rinascita

Il Foyer alla Scala chiuso da settembre, cuochi e personale di sala tra dimissioni e lotta sindacale. La società: “Versati gli stipendi arretrati”. Mercoledì la riapertura soft in vista della Prima

Il ristorante Teatro alla Scala-Il Foyer. A destra, Gualtiero Marchesi (1930-2017), capostipite dell’alta cucina italiana

Il ristorante Teatro alla Scala-Il Foyer. A destra, Gualtiero Marchesi (1930-2017), capostipite dell’alta cucina italiana

MILANO – Il ristorante Teatro alla Scala-Il Foyer ha riaperto ieri sera, orario di cena, dopo aver risolto “criticità interne” che hanno costretto a tre mesi di stop. Una settimana simbolica, per il rilancio del locale legato al nome dello chef milanese Gualtiero Marchesi scomparso il 26 dicembre 2017, visto che sabato è in programma la Prima della Scala, che porterà il Piermarini sotto i riflettori in tutto il mondo. La gestione resta sempre in capo alla Marchesi Milano srl, società che vede come presidente del Consiglio di amministrazione Enrico Dandolo, Ceo del Gruppo Gualtiero Marchesi e direttore dell’Accademia fondata nel 2010 dallo chef per l’alta formazione. Un imprenditore, genero e storico braccio destro del maestro, che sta portando avanti l’eredità di Marchesi.

Il Foyer, ristorante in una posizione di massimo prestigio nel cuore di Milano, dopo aver chiuso i battenti per la pausa estiva, a settembre non aveva più riaperto. Sulla saracinesca, tra via Filodrammatici e piazza della Scala, era stato affisso un cartello: “Il locale è temporaneamente chiuso per motivi tecnici”. Dietro le quinte una beffa per i dipendenti, tra cuochi e personale di sala, che hanno dovuto portare avanti una battaglia, assistiti dalla Filcams-Cgil di Milano, per ottenere il pagamento degli stipendi e delle spettanze arretrate.

“I debiti con i dipendenti sono stati tutti saldati nei giorni scorsi”, sostiene Marchesi Milano srl, assistita nelle trattative con il sindacato dall’avvocato Pierluigi Vingolo, dello studio K&L Gates. “Ci sono stati passi avanti grazie all’azione sindacale – spiega Ivan Cortesi, della Filcams-Cgil – e verificheremo se gli importi dovuti sono stati effettivamente versati nella loro completezza e a tutti gli aventi diritto, dopo che per settimane i lavoratori sono rimasti nella totale assenza di informazioni da parte di una società che, oltre alla qualità del cibo, dovrebbe preoccuparsi anche della qualità dei rapporti con i propri dipendenti. Un caso che purtroppo non è isolato in questo settore”.

Sono nove i lavoratori - con un’alta professionalità e per questo con stipendi superiori alla media nel mondo della ristorazione – che a fine settembre si erano rivolti al sindacato (altri potrebbero aver agito in autonomia), perché il ristorante non aveva più riaperto e attendevano ancora di ricevere lo stipendio di luglio. Di fronte all’assenza di risposte, lo scorso 10 ottobre la Cgil (hanno seguito la vicenda Ivan Cortesi, Marco Locati e Marilù Fera) aveva inviato a Marchesi Milano via pec una messa in mora, un sollecito per corrispondere il dovuto, a cui avevano fatto seguito il giorno successivo le dimissioni per giusta causa.

La situazione non si è sbloccata e il 25 novembre il legale del sindacato, l’avvocato Giovanni Mazzi, aveva inviato una diffida alla società, minacciando azioni davanti al Tribunale fallimentare per recuperare un debito con gli ex dipendenti stimato in circa 120mila euro lorde. Una mossa che forse ha risolto l’impasse, perché si è avviato un dialogo con risultati positivi per lavoratori che nel frattempo, grazie alle loro competenze, nella maggior parte dei casi sono riusciti a ricollocarsi altrove.

Intanto è arrivata una svolta anche per il ristorante, che da mercoledì sera è riuscito a ripartire accogliendo i primi clienti per la cena e portando avanti l’eredità di Marchesi. Il grande chef, nel 2008, aveva aperto in quel locale Il Marchesino, tra le punte di diamante di un impero in campo gastronomico. Ristorante che nel 2019 era rinato in una nuova versione, con arredi ispirati ai decori della Scala, ribattezzato Il Foyer e con il piatto icona di Marchesi, “riso e oro”, come punto saldo nel menu, alta pasticceria e chef noti a livello internazionale. A gestirlo la srl presieduta da Dandolo con capitale sociale 30mila euro versato da SG Hotels srl e 27 dipendenti, secondo gli ultimi dati societari risalenti allo scorso 30 giugno. Organici dimagriti a seguito delle dimissioni per giusta causa, oltre ai contratti a termine che non sono stati rinnovati. “La chiusura è dovuta a criticità interne che sono state superate – spiega la società – ripartiamo in maniera soft con nuovi stimoli ed energia”.