Soldi per riscattare i baby calciatori, il ricatto di dirigenti senza scrupoli

Milano, la testimonianza di un papà: mi hanno chiesto 1.800 euro. Ho pagato così mio figlio potrà tornare a essere felice

un baby calciatore

un baby calciatore

Milano, 24 gennaio 2022 -«Ho dovuto pagare milleottocento euro per “riscattare” mio figlio a metà stagione e dargli la possibilità di giocare in un’altra squadra appena i campionati riprenderanno». Il signor Paolo è uno stimato professionista che abita ad una sessantina di chilometri da Milano e per accontentare il proprio ragazzo (poco più che adolescente), deluso dalla società per la quale era tesserato, ha ceduto al “ricatto” di dirigenti senza scrupoli: «Speravo che entro metà dicembre ci dessero lo svincolo per rinuncia, del resto mio figlio lo utilizzavano poco e fuori ruolo, sentendosi vessato da questa situazione. Invece si sono impuntati, prima della scadenza dei termini mi hanno chiesto addirittura 3.500 euro come “premio di formazione”. Gli ho detto che è vero, aveva l’accordo pluriennale ma era lì solo da pochi mesi, e a quel punto hanno dimezzato le pretese. Ho pagato, ovviamente in nero e senza ricevuta e il dirigente ha apposto la firma per la liberatoria sui moduli Figc».

Ma perché non denunciare tutto alle autorità competenti? Perché cedere alle logiche del “pizzo” del pallone? «Mi creda, volevo solo la felicità del mio figlio. Almeno so che fra qualche settimana, quando riprenderanno, lui potrà tornare in campo». La vicenda del signor Paolo purtroppo non è l’unica. Tante sono le segnalazioni ricevute in redazione da chi è (o è stato) vittima di ricatti e mercanteggio. Nelle settimane precedenti abbiamo portato alla luce le storie di papà e mamme che denunciavano fantomatici procuratori che chiedevano migliaia di euro promettendo provini ad alti livelli per i figlioli. In questo caso è ancora peggio.

Parliamo di un costo-gabella imposto in particolare da chi gestisce le scuole calcio infischiandosene del valore dello sport. Scoperchiare ancora il vaso di pandora della vergogna della “tratta” dei baby calciatori dietro i quali prolifica un assurdo mercato può servire solo se i genitori per primi capiranno che esistono norme, e che al di là di situazioni ben note (contratti pluriennali, eventuali premi di formazione già concordati e a carico di chi acquista) nulla si deve pagare per ottenere uno svincolo (in particolar modo di calciatori che fanno attività nel Settore Giovanile Scolastico). Anche per questo, purtroppo, qualche ragazzo è costretto a smettere all’improvviso ed abbandonare il proprio sogno sportivo (certe “pratiche“ sono frequenti tanto nel calcio quanto nel volley). Perciò capita spesso che alcune società prestino particolare attenzione soprattutto ai ragazzi figli di genitori non solo fanatici e ambiziosi, ma soprattutto benestanti.

Più “adatti” al raggiro e al ricatto dello “svincolo” dietro versamento del premio di preparazione. Nei dilettanti si arriva fino a 15-20.000 euro; per i bambini, invece, ce la si cava con 250-300 euro. Un’altra rata d’iscrizione. Il consiglio è di denunciare. Altrimenti, contestualmente al tesseramento, firmare (soprattutto per i dilettanti) anche lo “svincolo per accordo” (art. 108), l’unico modo per evitare che si possano chiedere ulteriori somme per liberare il calciatore con la minaccia di tenerlo fermo. (1 - continua)  

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